“Ci sono destini fatali; si incontrano nella letteratura di ogni paese uomini che portano la parola scalogna scritta in caratteri misteriosi nelle pieghe sinuose della loro fronte”1 scriveva Charles Baudelaire nel celebre incipit del suo saggio dedicato a Edgar Allan Poe, reso noto in Europa proprio grazie all’opera del genio francese.

Una definizione calzante anche per un altro maestro del racconto d’oltreoceano (spesso accostato più o meno impropriamente a Poe): l’uruguaiano Horacio Quiroga. Tragedie e incidenti costellarono tutta l’esistenza dello scrittore, nato a Salto il 31 dicembre 1878, che pose fine alla sua vita il 18 febbraio 1937 a Buenos Aires ingerendo una dose letale di cianuro: il patrigno si suicidò sparandosi in bocca, lui stesso uccise per errore l’amico Ferdinando Ferrando mentre preparava il revolver che gli sarebbe servito per andare a un duello, la prima moglie Ana María Cires si ammazzò a venticinque anni sfiancata dalla vita nella giungla…

Quiroga fu drammaturgo e poeta, ma soprattutto novelliere autore di oltre cento racconti pubblicati su riviste di ogni genere, non solo letterarie. La celebre Caras y caretas, un settimanale di satira politica e di attualità, esiste tuttora in formato digitale. Racconti d’amore, di follia e di morteI racconti della foresta e Anaconda gli procurarono popolarità e il favore della critica. Aldilà – del 1935 – è la sua ultima raccolta, quella considerata più estrema. 

Quiroga fu un autore e una figura ricca di contraddizioni: un colto dandy che scelse di vivere nella giungla impenetrabile, un uomo ricco di vitalità ma ossessionato dalla morte, il perfezionista autore del Manuale del perfetto scrittore di racconti pubblicato nel 1925 sulla rivista El Hogar e allo stesso tempo uno scrittore che sembra trarre piacere nello sprofondare negli abissi del suo animo inquieto e della parola.

Due grandi argentini si divisero sulle sue capacità letterarie: Borges lo giudicava poco più di un imitatore di Kipling, buono solo per racconti di belve e bambini, mentre per Cortázar non si può essere scrittori senza leggere a fondo Quiroga. Giudizi agli antipodi e allo stesso tempo comprensibili dai rispettivi punti di vista: non deve stupire la stroncatura da parte del geometrico Borges di un autore di racconti infernali in cui “le cose appaiono, si manifestano proprio là dove non le si nomina”2, così come è quasi dovuto l’apprezzamento di Cortázar (“i racconti di Quiroga colpiscono al cuore il lettore e restano stampati nella memoria”) per un letterato dalla grande consapevolezza, ammiratore di Nietzsche e dei simbolisti e che individuava i suoi maestri in Poe, Maupassant, Kipling, Čechov.

Non importa stabilire chi abbia ragione tra i due grandi nati sull’altra sponda del Rio de la Plata, perché in ogni caso l’uruguaiano Quiroga distillava una famigerata precisione di stile che gli permetteva di narrare magistralmente la violenza e l’orrore che si nascondevano dietro l’apparente tranquillità della natura. I suoi personaggi sono solitamente capri espiatori dell’ostilità della natura e dell’eccesso di un mondo barbaro e irrazionale, che si manifesta in alluvioni, piogge torrenziali e nella presenza di feroci animali

Quiroga ha tutte le carte in regole per essere considerato un classico. Il motivo è semplice e grandioso: ha saputo rendere letterario ciò che non lo è – come la selva inestricabile e gli animali selvaggi – senza ricorrere alla necessità di ricondurre la materia narrata in un ordine “cartesiano”. Lo scrittore porta il lettore in territori inesplorati, dove le belve lo attendono per sbranarlo perché è quello che devono e sanno fare, dove le paludi sono popolate di coccodrilli e l’aria sa di umido e fango.

Tutto questo offre Quiroga al suo lettore. Per poi abbandonarlo in balia del suo destino.


1 Baudelaire, Saggi sulla letteratura – Edgar Allan Poe, la sua vita e i suoi scritti, in Opere, I Meridiani Mondadori, 2012, trad. di Giuseppe Montesano, pag. 737 
2 La felice sintesi è di Abelardo Castillo

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2 risposte a “Horacio Quiroga genio inquieto e irrinunciabile”

  1. […] cercando di riportare in Italia alcune delle loro opere. Stiamo guardando ad autori come Quiroga (qui il nostro articolo sull’autore uruguaiano), Palma e De […]

  2. […] lo avvicinano all’altro padre fondatore del genere fantastico latinoamericano, l’uruguaiano Horacio Quiroga (entrambi finiranno suicidi, Quiroga nel 1937 e Lugones nel 1938): “nessuno può dissimulare la […]

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