Negli anni Ottanta c’era una serie televisiva sul vigilantismo che pochi ricordano, Un giustiziere a New York, che Denzel Washington ha recuperato per il cinema: il terzo film della serie lascia perplessi

Dal 1985 al 1989, per quattro stagioni, apparve alla CBS americana (su RAI2 in Italia, ma verso la fine del decennio) The Equalizer/Un giustiziere a New York, che narrava le gesta di Robert McCall, l’attore inglese Edward Woodward, che narrava le gesta di un eroe ormai un po’ attempato che interveniva per sanare le ingiustizie, magari semplicemente neutralizzando dei teppistelli che avvelenavano l’esistenza di una comunità di vecchietti in condominio. Il suo motto era: «Se hai un problema, chiama il Giustiziere!».

Un impianto vecchiotto ma con almeno un elemento innovativo: la musica dei titoli di testa della serie era composta da Stewart Copeland, batterista dei “The Police” e presente anche nella serie in un episodio come attore.

McCall era un ex-agente segreto, diventato investigatore privato, che si occupava di quei casi che non poteva vedere coinvolta la Giustizia ufficiale. Ironicamente, il protagonista offriva i suoi servigi attraverso annunci pubblicati sul “New York Times”. Si distingueva alla guida di una Jaguar XJ e utilizzava una varietà infinita di armamenti. Fra le guest star della serie: Tomas Milian, Kevin Spacey, Robert Mitchum, Telly Savalas…

Nel 2021 sempre la CBS ha riproposto un poco fortunato reboot del telefilm.

Denzel Washington, e il suo regista di fiducia Antoine Fuqua, decidono di portare il character al cinema (con le modifiche e gli aggiornamenti del caso), in parte azzeccando il bersaglio: The Equalizer – Il vendicatore (The Equalizer, 2014), The Equalizer 2 – Senza perdono (The Equalizer 2, 2018) e l’imbarazzante The Equalizer 3 – Senza tregua (The Equalizer 3, 2023), che tratteremo qui velocemente.

Da quando ha rinunciato alla sua vita di assassino per conto del governo, Robert McCall lotta per fare pace con i suoi demoni del passato e trova conforto nel difendere gli oppressi. Mentre ha trovato il suo rifugio sicuro nel sud Italia, scopre che i suoi amici sono sotto il controllo della mafia locale. Quando gli eventi prendono una piega mortale, McCall sa cosa deve fare: proteggere i suoi amici affrontando la mafia.

Girato ad Amalfi, gabellata per un inesistente paesino della Sicilia, Equalizer 3 confonde le carte mescolando mafia, ndrangheta e camorra. Dal tono estremamente cupo, pieno di imprecisioni (a partire dal keebab proposto come piatto locale), il film descrive un’Italia di maniera come nessuno ormai fa più (in paese gli “indigeni” assistono ad un film con Tina Pica), e i dialoghi sono avvilenti. C’è pure un malcapitato Remo Girone, bravo come sempre. La sensazione è che, per la costruzione di alcune sequenze, Fuqua si sia studiato i filmati di Gomorra. Una cosa è certa: Washington ha dichiarato che non proseguirà nel personaggio (nonostante i 200milioni di dollari incassati nel mondo).

Con tante serie riproposte in Tv (Colombo, Kojak, Poirot…) chissà se qualcuno recupererà l’introvabile McCall originale!

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