Materia delicata quella trattata da Filmacci (Bibliotheka Edizioni), perché si entra spesso nel campo dei gusti personali. E così ormai è oggettivo stroncare Dario Argento (l’ombra di sé stesso da molti anni), o “i” Muccino (non foss’altro che sono piuttosto antipaticucci, anche se Gabriele – tecnicamente – ha da insegnare a molti).
Poi, ovviamente, ci si blocca se si stronca il Martone del Il giovane favoloso e si ridicolizza Elio Germano: perché?
Quindi si approva quando Cesare Paris, proprio su questo blog, rivaluta Sotto il vestito niente mentre ne stronca il tardivo seguito in questo libro.
In realtà il lettore si stupirebbe realmente se i due autori avessero stroncato Orson Welles, John Ford e Alfred Hitchcock (anche solo Bogdanovich), ma se la scelta è stata di recensire a partire dal 2000…
Ecco che allora Filmacci deve essere letto, e per questo assume un’importanza particolare, come una singolare storicizzazione di pellicole (soprattutto italiane) che hanno avuto una veicolazione irrisoria (in sala come in streaming).
E viene spontaneo chiedersi come hanno fatto gli autori a vedere tutti questi film, atto che denota una passione cinefiliaca che sfocia nel masochismo. Ecco allora che Filmacci diventa uno strumento che induce il lettore ad aggiornarsi, a cercare il misterioso film stroncato, o almeno le recensioni di altri critici. Avvia una frenetica corsa ad… approfondire. E, in fondo, partendo da una “monelleria” si testimonia un originale atto d’amore nei confronti del Cinema.

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