Scritto (con la collaborazione di Pierre Uytterhoeven), filmato e diretto da Claude Lelouch L’avventura è l’avventura è uno di quei miracoli cinematografici, ormai un classico, nati da una perfetta alchimia tra ingredienti diversi, e talvolta completamente opposti.
Il film segue le peregrinazioni di cinque delinquenti che si dedicano al rapimento di celebrità. Tra questi, Johnny Hallyday, Pelé, il Papa, Mao, Nixon, Dalì, Howard Hughes e tanti altri. Dichiarò Lelouch che non è andato lontano per trovare il suo soggetto: “Gli eroi del mio film sono delinquenti che si sono riqualificati per mettersi a disposizione di individui, governi, imprese, insomma a disposizione di chi ha soldi. Questi sono cinque bastardi che hanno la colpa di essere eminentemente simpatici”.
Una volta completata la sceneggiatura, il casting sembrava ovvio: Lino Ventura, Jean-Louis Trintignant, Charles Denner e il fedele Charles Gérard. Inoltre, Lelouch era interessato a un giovane imprenditore di nome… Bernard Tapie! Unico dubbio: integrarlo nella banda o affidargli il ruolo di consigliere generale? Troppo preso dai suoi affari, Tapie rifiutò (temporaneamente) questa proposta di carriera artistica, indipendentemente dal personaggio da interpretare. Peccato.
A quel punto Lelouch pensò a un attore di origine italiana, un certo Aldo Maccione, membro dei Brutos (antesignani dei transalpini Les Charlots): si incontrarono e fu colpo di fulmine.
Aldo diventò quindi, per puro caso, il quinto: la squadra ormai era al completo… o quasi. Ultima preoccupazione in questa faccenda, Trintignant che a sua volta rifiutò quella folle avventura. Fu Jacques Brel a sostituirlo, motivato dal fatto di poter così osservare Claude Lelouch in azione. Lo ammise candidamente: “Non mi interessa cosa mi fai fare. Prima di tutto devo fare uno stage: ti spierò”. Brel girerà in seguito due film, il secondo prodotto dallo stesso Lelouch.
Il primo giorno di riprese, Lelouch non sapeva quale colore dominante dare a questo suo nuovo film. Scelse di iniziare le sue riprese con l’incontro (scontro) tra Maccione e Ventura, in Italia. E se Aldo inizialmente prova un inesorabile “spavento” di fronte a Lino, la situazione, per quanto irresistibile, si ricompone abbastanza facilmente, tra umorismo sottile e ritmo esplosivo, uniti a una complicità inaspettata. Il tono è dato, e sarà così fino alla fine.
Quando Lino Ventura si sentiva a suo agio, era un uomo che si lasciava andare, che poteva essere il miglior amico del mondo. Naturalmente anche Aldo Maccione non era da meno in fatto di scherzi, e tra i due – ai quali poi si aggiungeranno altri tre ladri – si raggiungono livelli imprevedibili. Spiegò Lelouch: “I ragazzi erano felici di incontrarsi ogni mattina. Mangiavano insieme alla mensa, si dicevano cose stupide. Unico motivo di ‘litigio’ sul set: il cibo! Aldo e Lino, due specialisti del genere, non smettevano mai di fingere:
“- La pasta la faccio io!
– No, la pasta la faccio io!
– Ma la faccio meglio!
– No, li faccio meglio io!”
Un clima che contribuiva a creare un’atmosfera piuttosto bonaria che si svolgeva non solo davanti alla cinepresa di Lelouch ma anche fuori dall’inquadratura, da Parigi a Fort-de-France, Antigua o New York. Aldo ricordava: “Ogni giorno ci alzavamo alle cinque! Terribile! Fortunatamente ci siamo divertiti molto, molto, molto. C’erano le ragazze, la spiaggia, il pesce, i comunisti…”
Il cineasta, tuttavia, era sempre all’erta, capace di improvvisare una sequenza non appena un attore o un elemento della scenografia lo ispirano. L’esempio più significativo avvenne mentre la troupe stava riposando. Aldo ne approfittò per passeggiare sulla spiaggia, dove notò due o tre ‘prede’ – femmine, ovviamente. Si avvicinò e cominciò a rinzare attorno, improvvisando una strana andatura: il corpo rigido, leggermente proteso in avanti, le braccia penzoloni e il sorriso sulle labbra. Charles Gérard, anche lui presente, non esitò a imitarlo. Testimone a sua volta e letteralmente sedotto da questo spettacolo improbabile, Claude Lelouch decide di riunire tutta la banda e di ricreare questa scena con i cinque attori. Lino Ventura, inizialmente poco entusiasta all’idea di recitare una simile ‘stupidata’, per di più di domenica, si lasciò poco a poco convincere, all’unica condizione di poter stare seduto, dandogli le spalle… Ma finì per lasciarsi andare al gioco e partecipò pienamente a questa follia, proprio come Brel, Denner e Gérard, ognuno con il proprio stile. Conclusione, tra le sequenze più memorabili del cinema francese, e la nascita artistica del ‘macho’ Aldo.
Da notare che L’avventura è l’avventura è il primo lungometraggio che illustra questo irresistibile ‘ondeggiamento dell’anca maccioniana’, che l’attore sfrutterà per tutta la vita, senza mai stancarsi. Come l’attore ebbe modo di chiarire: “È una parodia della classe italiana. Questo approccio è nato al college dove facevo ridere i miei amici. Era dentro di me. Non mi è mai stato chiesto di farlo. E quando ho iniziato a lavorare, era la stessa cosa. L’ho ripreso quando ero all’Olympia con Sacha Distel, poi nel film di Lelouch”.
L’avventura è l’avventura lasciò senza parole la maggior parte della critica durante la sua presentazione al Festival di Cannes, fuori concorso. Il film venne giudicato reazionario, quando non dichiaratamente fascista (e del resto Ventura non era certo di sinistra).
La rivista Positif fu di mano pesante: “La nullità di L’Aventure c’est l’aventure non è né rivoltante né odiosa. È neutrale, noioso, impantanato a livello del grande pubblico al quale ci rivolgiamo. » Ancora più sorprendente, Télérama mise in discussione il culto devoto a questo film quasi quarant’anni dopo la sua uscita nelle sale: “È il tipo di film di cui conserviamo un bel ricordo. Rivedendolo restiamo un po’ disillusi. Il ritmo è discontinuo, colpa di uno scenario sconnesso che sospettiamo sia stato parzialmente improvvisato”. E, in effetti, è ciò che abbiamo provato
anche noi nel rivederlo.
Col passare degli anni la critica si è trovata d’accordo nel parlare di
una trama mal costruita, di un montaggio disastroso, e della macchina da presa di Claude Lelouch assolutamente pigra. L’opera comunque inaugura il festival e attrae quattro milioni di spettatori francesi. Questa è la cosa più importante.
Lo stesso Lelouch ricorda solo i momenti migliori: “Ho girato questo lungometraggio come un regista dilettante che filma i suoi amici mentre scherzano. Una vera lezione, precisata fin dai titoli di testa: ‘Goditi la vita; è molto più tardi di quanto pensi’”.
Sul fronte italiano il film è introvabile. Su eBay il Dvd usato è venduto a 100 euro: i collezionisti lo valutano generalmente 50 euro. Su Amazon è possibile avere conferma… https://www.amazon.it/LAvventura-Lino-Ventura/dp/B00165YZ22
Fortunatamente un negoziante me lo ha venduto per 10 euro, e nell’edizione Deluxe, doppio Dvd.
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