Quando la serie poliziesca Kojak apparve sul canale televisivo CBS nel 1973, pubblico e critica si resero immediatamente conto che si trattava di un punto di svolta. C’erano già più di una ventina di programmi incentrati sul crimine in prima serata, ma Kojak introdusse un crudo realismo e una qualità che troppo spesso mancavano.

È difficile descrivere oggi l’impatto e l’influenza che questa serie ha avuto sul genere. Le serie true crime e poliziesche sono diffusissime ai giorni nostri. E la loro costruzione è articolata: non sempre giustizia è sinonimo di bene, non sempre il criminale è colpevole. Kojak è stata la prima serie moralmente complessa. Ci ha insegnato che il mondo è pericoloso. Le strade sono imprevedibili. E non puoi riporre assoluta fiducia in niente e nessuno.

Kojak è ambientato a New York (anche se buona parte delle riprese avvennero in California a Studio City, sul set 34 degli Universal Studios) in un periodo in cui la città era in ginocchio (non a caso sarebbe apparso sugli schermi, quasi in contemporanea, Il giustiziere della notte). Nella metà del decennio sarebbe letteralmente fallita con l’interruzione dell’illuminazione pubblica nella Grande Mela, che avrebbe portato a saccheggi di massa. Mentre Kojak trasmetteva la sua prima stagione, il presidente degli Stati Uniti Richard Nixon veniva smascherato come un truffatore e si apprestava a dimettersi. La guerra del Vietnam stava giungendo al suo sanguinoso epilogo. La fiducia che gli americani avevano riposto nel loro Paese e nei suoi valori negli anni Cinquanta stava svanendo.  Kojak catturò questo “spirito del tempo” più oscuro.

Il tenente Theodopolous “Theo” Kojak era interpretato dall’attore greco-americano Telly Savalas, che portò nel ruolo il suo retroterra, essendo cresciuto in un duro quartiere operaio di New York. Fu una specie di scommessa da parte dei creatori dello show (come ha spiegato un articolo del New York Times “The two sides of terrible Telly Savalas”, 7 ottobre 1973), Savalas era un “mostro cinematografico certificato” i cui precedenti ruoli includevano forse il più famoso fanatico religioso e deviante sessuale in Quella sporca dozzina, così come una varietà di detenuti e gangster, sadici sergenti dell’esercito, supercriminali e un assortimento di persone non raccomandabili che vanno da Al Capone a Ponzio Pilato.  L’imponente greco, alto più di un metro e ottanta, sembrava emanare una minaccia, con il suo cranio sfacciatamente calvo (un’acconciatura allora decisamente insolita), il naso adunco, il collo grosso, un dito deforme e la bocca dalle labbra carnose.

Sotto questo aspetto, il ruolo di un poliziotto incorruttibile dal cuore d’oro e un guardaroba ben fornito di abiti alla moda rappresentò una svolta per l’attore. Ma anche per altri motivi Savalas – la cui educazione in una comunità di Long Island adiacente al Queens ha assicurato al personaggio la necessaria credibilità – era adatto come detective della polizia di New York. L’attore aveva già smantellato l’immagine del duro e presto si dimostrò un maestro della battuta veloce e sarcastica, che divenne una costante nei futuri drammi polizieschi. Né quel personaggio era semplicemente un riflesso delle sue capacità di recitazione. Arruolato nell’esercito degli Stati Uniti durante la Seconda Guerra Mondiale, prestò servizio in un reggimento di addestramento medico finché un incidente stradale lo costrinse in ospedale per un anno con una frattura del bacino e una commozione cerebrale. Ma Savalas aveva anche sex appeal: a un certo punto negli anni ’60 fu addirittura votato come il terzo uomo più sexy sullo schermo.

Il detective Kojak rappresentava quindi un insieme dell’articolato background del suo interprete: un ragazzo di strada con savoir-faire, uno spirito atletico con un debole per il servizio pubblico (Savalas in gioventù era stato bagnino professionista; dopo il congedo militare, frequentò legge alla Columbia University e lavorò per Voice of America).  Savalas era quindi un attore ben inserito nel sistema hollywoodiano, ma quando le sue strade si incrociarono con il produttore e scrittore Abby Mann la sua fama salì alle stelle. Mann era specializzato in veri crimini e drammi giudiziari, e aveva già scritto lo straordinario Vincitori e vinti (Judgement at Nuremberg, 1961), di Stanley Kramer.

Tutto ebbe inizio con il pilot (ma ancora non si sapeva) creato da Abby Mann per il film televisivo Tenente Kojak il caso Nelson è suo (The Marcus-Nelson Murders, 1973, ma apparso in Italia nel 1978) di Joseph Sargent, incentrato sulla storia vera di due giovani donne violentate e uccise a Manhattan nel 1963. Mann si era basato sul libro Justice in the Back Room di Selwyn Raab (da cui il nome dell’autore nei titoli di coda). Il caso portò all’affermazione dei “Miranda rights” da parte della Corte Suprema nel 1966. Telly Savalas interpreta il detective Kojack (con una ‘c’ nel film TV, perché l’ufficiale di polizia era originariamente di origine polacca), un personaggio ispirato all’ufficiale che condusse le indagini e l’arresto del criminale. 

Leggendo alcune recensioni dell’epoca, alcuni si infastidirono dal fatto che il criminale veniva descritto come un uomo vilipeso mentre i poliziotti erano quasi uniformemente descritti come malvagi. Come non piaceva la rappresentazione di un pubblico ministero nell’ufficio del procuratore distrettuale, aspirante politico, che giocava la carta della legge e dell’ordine. Oggi la cosa non stupirebbe nessuno, ma allora irritò l’opinione pubblica conservatrice.

Un recensore scrisse con enfasi che nel mondo di Mann “la complessità viene sacrificata per una rettitudine impeccabilmente liberale. I fatti vengono mescolati alla finzione ed entrambi vengono diluiti”. A quel recensore non era piaciuto il personaggio di Kojak che osservava una zona residenziale nera a Brooklyn mentre una voce fuoricampo recitava che la verità non conta in un’aula di tribunale. 

Eppure, il Tv movie di Mann generò la serie TV Kojak per cinque stagioni (e 118 episodi), anche se Abby Mann si ritirò all’inizio della produzione per incomprensioni (mantenendo tuttavia la titolarità autoriale). I nomi legati al successo della serie sono James McAdams (produttore), Matthew Raft (produttore esecutivo), Jack Laird (supervisore alla produzione e scrittore) e Gene R. Kearney (story editor e scrittore). 

Girata dal 1973 al 1978, la serie è stata trasmessa negli Stati Uniti dal 24 ottobre 1973 al 18 marzo 1978 sul canale CBS. Nel 1999 la popolare rivista televisiva americana TV Guide inserì Theo Kojak al diciottesimo posto nella lista delle cinquanta persone che hanno segnato la storia della televisione americana. 

La serie si svolge nell’11º Distretto della polizia di New York, a Manhattan Sud. Il personaggio centrale è il tenente Theodopoulos “Theo” Kojak, un poliziotto calvo ed elegante di origine greca, cinico e sarcastico, testardo e tenace, che non esita a ignorare certe regole nelle sue investigazioni. L’origine greca dell’attore (nella serie si perde giustamente l’estrazione polacca) traspare in molte delle battute, situazioni e storie. Telly Savalas sovrasta la serie con le sue espressioni facciali, la sua andatura, le sue battute spesso improvvisate (“i Greci non minacciano. Pronunciano profezie”), il suo slang, i suoi lecca-lecca (anche se nel primo episodio fumava), il suo Stetson Tyrol (i cappelli di Telly Savalas erano fatti su misura), i suoi abiti Botany 500… Tutto questo è inimitabile e ha forgiato il successo della serie. 

New York era già una società multiculturale negli anni ’70 e Savalas insistette affinché nella squadra fosse introdotto un detective di colore (Gil Weaver in dodici episodi). Le sceneggiature includono minoranze, ma Kojak non ha il tono moralistico di molte serie contemporanee, e molti episodi sarebbero considerati oggi politicamente scorretti nella trattazione di diversi temi come il razzismo anti-bianco, l’uso di un vocabolario deplorevole, una visione della giustizia “vigilantista” e un certo approccio sessista.

Con il suo stile caratteristico, nel già citato articolo del Nyt, Savalas descrisse Kojak come «un personaggio fondamentalmente onesto, duro, ma pieno di sentimenti – il tipo di persona che potrebbe prendere a calci in culo una prostituta se dovesse, ma questo non gli impedirebbe di andare d’accordo con lei perché sarebbero potuti crescere nel stesso quartiere». Kojak è il testimone disilluso di una società che non sempre sa distinguere tra il Bene e il Male. Investiga ancora alla vecchia maniera: raccolta di testimonianze, indagini di strada, interrogatori e controlli incrociati. Vere e proprie investigazioni poliziesche, molto lontane dalle trame contemporanee dove la logica investigativa è spesso sacrificata a favore di un apparato tecnologico ultramoderno. Le trame sono incentrate sulla professione del poliziotto e le sceneggiature non sono costellate dalla descrizione della vita personale degli agenti di polizia del distretto, con poche rare eccezioni.

Il personaggio è entrato nella cultura popolare, come la luce rossa del lampeggiante che Kojak ha posizionato sulla sua Buick Century color bronzo registrata 383-JDZ. Telly Savalas era Kojak e Kojak era Telly Savalas; non c’era separatezza tra i due. Il successo di Kojak è interamente dovuto a Telly Savalas. E nessuno può metterlo in discussione. 

Molti attori famosi, o diventati in seguito, sono passati da Kojak come Maud Adams, Hector Elizondo, Eli Wallach, Sylvester Stallone, Richard Gere, Ruth Gordon, Harvey Keitel, Carol Lynley, Geraldine Page, Lynn Redgrave, Christopher Walken, Shelley Winters, James Woods, Angie Dickinson, Max von Sydow, Suzanne Pleshette , F. Murray Abraham…

Dal 1973 al 1978, la serie prosperò e ottenne numerosi premi: Golden Globe nel 1976 (nella categoria serie drammatiche), mentre Telly Savalas vinse il Golden Globe (miglior attore televisivo) nel 1975 e nel 1976 e un Emmy Award nel 1974 per questo ruolo. Ma allo stesso tempo fu avversata dalla “National Parent-Teacher Association” (PTA) che nel 1978 condannò Kojak come il peggior programma televisivo, consigliando alle famiglie di sintonizzarsi su Happy Days e La casa nella prateria. Kojak fu cancellato quello stesso anno. 

Anni dopo la conclusione della serie, Savalas riprese il personaggio in due film per la televisione: Kojak – Assassino a piede libero (Kojak: The Belarus File, 1985), di Robert Markowitz, un adattamento del romanzo di John Loftus The Belarus Secret; e Kojak: le scatole cinesi (Kojak: The Price of Justice) (1987), di Alan Metzger, basato invece sul romanzo di Dorothy Uhnak The Investigation.

Infine, tra il 1989 ed il 1990, furono prodotti dalla ABC cinque ulteriori TV movie (all’interno del contenitore televisivo ABC Mystery Movie), nel quale Kojak è stato promosso ispettore capo di una sezione del NYPD: Kojak: Ariana (1989), di Paul Krasny; Kojak: Fatal Flaw (1989), di Richard Compton; Kojak: Flowers for Matty (1990), di Paul Krsny; Kojak: It’s Always Something (1990), di Richard Compton; Kojak: None So Blind (1990), di Alan Metzger. Questa volta realmente ambientati a New York.

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