Strategia di una rapina (Odds Against Tomorrow) è un film noir americano del 1959 prodotto e diretto da Robert Wise e tratto da un romanzo di William P. McGivern. David Burke (Ed Begley) è un ex poliziotto che è andato in rovina quando si è rifiutato di collaborare con gli investigatori della criminalità statale. Chiede a Earle Slater (Robert Ryan), un duro ex detenuto e razzista, di aiutarlo a rapinare una banca, promettendogli $ 50.000 se la rapina avrà successo. Burke recluta anche Johnny Ingram (Harry Belafonte), un intrattenitore di un nightclub, che non vuole il lavoro ma è dedito al gioco d’azzardo e profondamente indebitato. Slater, supportato dalla sua ragazza Lorry, scopre solo in un secondo momento che Ingram è nero e rifiuta il lavoro. Più tardi, si rende conto che ha bisogno di soldi e si unisce a Ingram e Burke nell’impresa. Le tensioni tra Ingram e Slater aumentano man mano che si avvicinano al completamento del crimine. La notte della rapina i tre malviventi riescono ad entrare in banca e a fuggire con il denaro rubato. Burke viene visto da un agente di polizia mentre lascia la scena del raid e viene ferito nella sparatoria che ne segue, sparandosi per evitare la cattura. Le latenti tensioni tra Slater e Ingram deflagrano e i due combattono tra loro mentre sfuggono alla polizia. Fuggono e corrono verso un deposito di carburante, inseguendosi sulla parte superiore dei serbatoi. I colpi di arma da fuoco scatenano un incendio, provocando una grande esplosione. Più tardi, quando la polizia esamina la scena, i cadaveri bruciati di Slater e Ingram sono indistinguibili l’uno dall’altro. Il film si conclude con l’inquadratura di un cartello all’ingresso del deposito con la scritta “STOP—Vicolo cieco”.

Robert Wise è un regista celebrato, ma la sua piena consacrazione avvenne relativamente tardi – grazie a West Side Story Tutti insieme appassionatamente – quando già aveva alle spalle la maggior parte della carriera. Eppure già nei Quaranta Welles si accorse del suo talento, volendolo come montatore per Quarto potere (1941)1Strategia di una rapina è del 1959, girato al termine di un decennio altalenante per Wise, quando stava ormai morendo il cinema noir classico, quello di Howard Hawks (Il grande sonno, 1946) o di John Huston (Quando la città dorme, 1950). 

Thriller atipico, è la storia di una rapina un po’ squallida che nessuno dei due eroi sembra voler portare a termine (si odiano a vicenda per il razzismo che caratterizza il bianco) e che finisce in un’apocalisse. Come Giungla d’asfalto di John Huston, il film è più interessato alla psicologia dei personaggi che alla “rapina” stessa, che avviene alla fine, dura solo pochi minuti e la cui conclusione riflette l’atteggiamento suicida dei protagonisti. Complessi, ambigui, questi sono il prodotto dell’universo gelido e soffocante in cui sono costretti ad evolversi. Certamente l’eroe negativo resta quello razzista, interpretato da uno strabiliante Robert Ryan, dallo sguardo opaco e dall’andatura pesante. Il saggio non lo scusa, né lo condona, ma lo rende, come colui che disprezza, una vittima. Una persona umiliata e offesa che si perdeva nell’America del progresso e degli affari trionfanti. Ex veterano una volta imprigionato, è diventato un semi-relitto, impantanato nel risentimento, che vive a spese di una donna che lo ama contro ogni previsione – qualcosa che non sopporta. Ma Harry Belafonte, l’eroe positivo, non è lo poi così tanto: cos’altro è, in realtà, se non un giocatore compulsivo coperto di debiti, un adolescente ritardato che sua moglie ha cacciato di casa proprio per la sua mancanza di maturità…?

Entrambi, il Bianco e il Nero, sono uguali: entrambi vittime e carnefici di se stessi. La loro reciproca ostilità è inevitabile, come lo spettatore capisce fin dall’intelligente apertura del film, che vede Slater e Ingram succedersi nello squallido appartamento di Burke: mentre uno, sorridente e amichevole, ride con il ragazzo dell’ascensore, l’altro brontola e versa fuori la sua arroganza razzista. Strategia di una rapina è un film attivista, nel senso più intelligente del termine perché rifugge da una visione manichea suggerendo come la sfortuna nasca dall’ignoranza e dalla stupidità: il progetto coinvolse anche Harry Belafonte, che coprodusse il film con la sua società Harbel Productions. Il tono disilluso della sceneggiatura è merito dell’autore Abraham Polonsky, tuttavia non inserito nel crediti a causa della sua messa al bando da parte del Comitato per le attività antiamericane all’inizio degli anni ’502

Per rendere questa cupa e disperata atmosfera, accentuata anche dalla meravigliosa colonna sonora jazz di John Lewis, Robert Wise tira fuori dal cilindro una perfetta realizzazione tecnica. “Ho usato la pellicola a infrarossi. Devi stare molto attento a questo perché diventa bianco verde e non puoi avvicinarti troppo sui volti delle persone. Li distorce ma dà quella qualità meravigliosa – cieli neri con nuvole bianche – e cambia la sensazione e l’aspetto delle scene”3. L’esito finale della sua maestria è un piccolo gioiello, il film preferito da Jean-Pierre Melville, visibile gratuitamente su Youtube.


1 I due lavorarono insieme anche per L’orgoglio degli Amberson che causò tuttavia l’incrinarsi del loro rapporto: Wise si fece convincere dalla RKO a rimontare il film riducendo di 40 minuti la versione originale di Welles. I due si riconciliarono pubblicamente solo nel 1984.
2 Come autore della sceneggiatura verrà indicato John O. Killens, romanziere nero amico di Belafonte: solo nel 1996 la Writers Guild of America restituirà a Polonksy i credits
3 More information on Odds Against Tomorrow. American Film Institute. Retrieved 2009-03-21

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