Per caso un poliziotto di Los Angeles si imbatte in alcuni delinquenti che stanno rapinando una farmacia. Arresta il ladruncolo che i colleghi della centrale si accorgono aver rubato una banconota da 50 dollari segnata da una rapina a mano armata avvenuta a New York pochi mesi prima. Da quel momento in poi Cal Bruner (Steve Cochran) e Jack Farnham (Howard Duff) seguono questa traccia, che li porta dalla cantante di cabaret Lili Marlowe (Ida Lupino) che li informa di aver ricevuto il biglietto da uno sconosciuto. I due poliziotti iniziano a cercarlo per scovarlo all’ippodromo grazie all’aiuto della cantante. Si mettono in macchina per inseguirlo, ma il gangster finisce ucciso in un incidente. I due trovano nel bagagliaio dell’auto la scatola con le banconote e Cal decide di tenersene una parte che pensa di condividere con Jack che ha notevoli problemi economici. Da lì in poi iniziano i problemi: Jack si pente mentre il suo compagno si è innamorato di Lili e pensa che la recente fortuna potrà permettergli di tenersi vicino la donna regalandole tutto quello che desidera. Inoltre Cal e Jack iniziano a ricevere strane telefonate, mentre il loro capo inizia a sospettare qualcosa. Tutto finirà male, perché si sa, il crimine non paga…almeno nel cinema anni ’50.
Quando un noir può contare sulla presenza di Ida Lupino sullo schermo, questo non fa mai presagire nulla di male. La regola trova conferma anche in questo caso. Tre trame, si potrebbe dire, si intrecciano in Dollari che scottano (Private Hell 36, 1954), un film minore ma ben equilibrato: la ricerca di un delinquente che ha commesso un delitto per impossessarsi di una bella somma di denaro, la storia d’amore tra il poliziotto corrotto Cal Bruner e la cantante disincantata Lilli Marlowe, e l’appropriazione indebita dei soldi da parte di Cal che coinvolge il partner contro la sua volontà. Più Cal viene travolto dall’amore per la bella Lilli più diventa ambizioso e deteriora l’amicizia con il suo vecchio compagno, che per giunta è in preda a rimorsi che possono compromettere anche la tranquillità della vita famigliare che conduce con la figlia e la bella moglie (Dorothy Malone).
La trama numero uno regala alcune scene d’azione ben riuscite (la rissa in farmacia in apertura e un inseguimento che termina nel burrone), la numero due è costruita su misura per consentire alla conturbante Ida di mostrare la sua bravura cantando e recitando le migliori battute del film (“fin da quando ero piccola, sognavo di incontrare in un bar uno sciattone ubriaco che mi avrebbe dato cinquanta dollari e saremmo vissuti felici e contenti…”) e l’ultima carica la narrazione di tensione e i due vecchi amici si fanno a pezzi a vicenda. Don Siegel eccelle nel passare da scene di massa (la caccia al bandito nell’ippodromo dove cerca di riciclare i suoi soldi) ad altre più intime (la serata tra i due amici su tutte) e firma un piccolo thriller teso e intelligente, un claustrofobico atto d’accusa alla corruzione e al conformismo.
Un lavoro facilitato a Siegel dalla sceneggiatura a cui mise mano la stessa Lupino, con cui tuttavia il regista non riuscì mai a legare (“mi piaceva personalmente Ida e ammiravo il suo talento. Semplicemente non riuscivamo a comunicare”, scriverà nella sua autobiografia). Lo script dell’attrice – e del secondo marito Collier Young (il terzo e ultimo sarà il collega Duff, insieme a lei sul set di questo film) – e i mezzi abbastanza consistenti anche se non eccessivi, offrono allo spettatore 80 minuti molto densi: i personaggi sono molteplici e i luoghi dell’azione sono diversissimi tra loro. L’azione prende il sopravvento senza lasciare tempo per respirare, e le scene sentimentali sono funzionali solo ad approfondire la psicologia dei personaggi. Le scene notturne sono quelle che colpiscono di più, perché sono più drammatiche e anche esteticamente più gradevoli.
Allo stesso tempo il cast è impeccabile, dominato dall’ambiguo e incostante Steve Cochran e dalla star Lupino. Tutti gli attori offrono buone performance, da Dean Jagger nel ruolo del poliziotto sospettoso e tenace a Dorothy Malone in quello della moglie un po’ compassionevole e angosciata di Jack (anche se con un fisico un po’ troppo esuberante per gli standard della modesta casalinga!). Forse è Howard Duff nel ruolo di Jack ad essere il meno convincente.
Elementi che rendono Dollari che scottano un film che vale la pena di essere rivisto (è disponibile gratuitamente su YouTube) soprattutto per l’attenzione ai personaggi, prima ancora che allo sviluppo della trama.
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