Il centenario della nascita, 8 marzo 1924, sta facendo riemergere dalla memoria un artista ingiustamente dimenticato, forse anche a causa delle sue traversie giudiziarie: Walter Chiari.
L’artista ha avuto scarsa pubblicistica in Italia nonostante, solo fermandoci al cinema, abbia interpretato oltre 100 film. Qui non intendiamo ripercorrere la sua carriera: chi fosse interessato può acquistare, fresco di stampa per Baldini&Castoldi, “100% Walter – Chiari. Biografia di un genio irregolare”, scritto da un antico fan come Michele Sancisi (insieme al figlio dell’artista Simone Annichiarico). Qui annotiamo semplicemente, ma è gusto personale, che il saggio sarebbe stato più appetibile se non si fosse resa necessaria la manichea scelta di scriverlo a quattro mani ma dividendo rigorosamente il testo redatto dal giornalista rispetto a quello del parente (addirittura in corsivo).
Attore sottovalutato ma popolarissimo negli anni Sessanta, ad un certo punto Chiari incontra sulla sua strada Dino Risi per un piccolo film addirittura scritto insieme con Castellano e Pipolo. Il regista tiene così tanto a quest’opera da dare il suo nome di battesimo al protagonista: Il giovedì (1963). Singolarmente, Risi si dedicherà ad un altro piccolo-grande film già trattato su assonanze.com, L’ombrellone (1965).
Il giovedì è il giorno imposto ad un padre separato per fare visita al figliolo di sette anni. In realtà non lo vede da tempo. Il ragazzino vive da piccolo principe con la madre, esageratamente ricca, mentre Dino è un simpatico disoccupato mantenuto dalla nuova compagna che cerca di fargli trovare un “posto fisso”.
Walter Chiari interpreta la palese evoluzione del fanfarone, come lo tradussero i francesi, de Il sorpasso, ma con maggior dolcezza e sensibilità d’animo.
Cercando di attrarre il figlio con mirabolanti bugie (a partire dalla fuoriserie americana a noleggio), durante quella giornata, tra il piccolo e il grande uomo si instaurerà un’intesa indissolubile. E Dino accetterà il lavoro a 75mila lire al mese, contro le 180mila lire percepite dalla compagna.
Non sapremo mai quale scintilla sia scattata tra Dino Risi e Castellano e Pipolo, distanti anni luce, ma è certo che Il giovedi è opera talmente sensibile e basata su valori universali da essere ancora oggi attuale.
Lascia un commento