Brian Helgeland è uno sceneggiatore strepitoso. Procedendo a caso e parzialmente, di lui si possono ricordare Assassins (1995) e Ipotesi di complotto (1997), entrambi di Richard Donner; L’uomo del giorno dopo (1997), di Kevin Costner; L.A. Confidential (1997), di Curtis Hanson; Debito di sangue (2002) e Mystic River (2003), entrambi di Clint Eastwood; The Bourne Supremacy (2004) e Green Zone (2010), entrambi di Paul Greengrass; Man on Fire (2004) / Pelham 123 (2009) doppietta firmata da Tony Scott e Robin Hood (2010) di Ridley Scott. Come regista ha firmato sei film sullo stesso livello.

Con Finestkind (2023) – per la piattaforma Paramount+ – è tornato alla sceneggiatura e alla regia dopo un periodo di assenza, con un partner produttivo del calibro di Taylor Sheridan. Si tratta di un crime che inizia come un film avventuroso sulle gesta di alcuni pescatori di New Bedford, il porto di punta degli Stati Uniti, che ha il ponte di Fairhaven come set e simbolo. Gradatamente si passa da un intricato dramma familiare ad un pericoloso scontro con un’organizzazione di trafficanti di droga. La critica ha sostanzialmente bocciato il progetto, sostenendo che è incerto su quale versante affrontare: appunto il dramma familiare e di formazione, o l’action criminale.

Dipende come è l’approccio critico, quanto si voglia andare in profondità.

Nella scena finale di Finestkind, mentre il ponte New Bedford-Fairhaven si apre ruotando lentamente su sé stesso, un padre e un figlio si incrociano per quella che potrebbe essere la loro ultima volta. Il primo è ammanettato nel retro di un furgone della polizia; l’altro è diretto a mare aperto per una battuta di pesca. 

I cittadini di New Bedford conoscono il ponte per l’ingorgo mattutino che crea. Ma per il regista sessantaduenne, cresciuto a New Bedford, il ponte è un simbolo della sua infanzia e della sua maturazione come scrittore. Da ragazzo attraversava il ponte in bicicletta. Poco più grande s’imbarcò per la pesca delle capesante, attraversando un’infinità di volte quel ponte, prima tappa di lunghi viaggi in mare. 

Dopo tre decenni, Helgeland ha scelto lo stesso ponte come set del suo film. Ha dichiarato alla stampa americana: «Quel ponte è un ricordo, una location cinematografica e una metafora». In effetti Finestkind è il suo film più personale. Sulla città che lo ha cresciuto, sull’industria della pesca – che lo ha temprato durante la sua giovinezza – e sui rapporti tra fratelli, padri e figli. 

Helgeland è cresciuto in una famiglia di pescatori di New Bedford. Suo nonno emigrò dalla Norvegia, stabilendosi prima a Manhattan. Comandò uno yacht sul fiume Hudson fino a quando il crollo del mercato azionario del 1929 lo costrinse a trovarsi senza lavoro. Con la sua famiglia decise di trasferirsi a New Bedford, dove molti norvegesi si stavano affermando nel settore della pesca. Anche il padre di Helgeland divenne pescatore. E anni dopo, come abbiamo visto, anche il futuro sceneggiatore-regista prese il mare lavorando a bordo di una barca per capesante. Come ha dichiarato a “Time Magazine”: «C’è una brutale, cruda onestà in un contesto come quello che descrivo. Le città portuali presentano una certa complessità. Hanno un considerevole afflusso di persone, di industrie, di immigrati. C’è sempre gente che arriva e che parte. Questo è ciò che rende New Bedford così interessante». 

Helgeland non ha voluto scrivere un libro di memorie. Il suo passato trascorso a pescare non includeva un cast di mafiosi o pacchetti di eroina rubati. La barca della sua famiglia non è mai stata sequestrata dalla Guardia Costiera canadese. Né è esplosa in mare, lasciando lui e l’equipaggio a galleggiare in una tempesta su una zattera gonfiabile. 

Ma ci sono chiari parallelismi tra la sua vita e i personaggi di Finestkind

Nel film, la trama ruota attorno a due fratelli, Tom (Ben Foster) e Charlie (Toby Wallace), che fanno di tutto per non perdere il peschereccio della loro famiglia, che viene sequestrato dalla Guardia Costiera dopo che ha violato le norme sulla pesca. Il padre di Helgeland ha vissuto un’esperienza simile dopo la morte del genitore, e la famiglia non è stata più in grado di mantenere la barca da pesca, che affondò nel molo.

I personaggi di Finestkind sono descritti come variazioni di sé stesso nella sua giovinezza. Il protagonista del film, Charlie, salpa con il suo fratellastro. È pronto per iniziare l’università di legge, ma è incerto e alla ricerca di avventure, insegue il legame con la sua composita famiglia e quel tipo di mascolinità che crede sia realizzabile solo sul ponte di una barca da pesca. 

Anche il personaggio femminile, Mabel (Jeanna Ortega), è in parte un avatar di Helgeland nella parte relativa alla sua percezione giovanile che fuori da New Bedford ci fosse un mondo più grande ma non sapeva come afferrarlo. 

Finestkind streaming on Paramount+, 2023. Photo Credit: Nicole Rivelli/Paramount+

Annotazione singolare: il cineasta non aveva mai pensato di diventare uno sceneggiatore di Hollywood. Quando ha iniziato a pescare, si era da poco laureato in letteratura inglese. Portava spesso con sé dei libri per passare il tempo in mare. Poi un libro attirò la sua attenzione: “A Guide to Film School”. Lo lesse e ne rimase affascinato, sbalordito dal fatto che le persone potevano praticare un lavoro facendo film e che era possibile frequentare una scuola per imparare come fare.

La prima bozza di Finestkind è stata scritta da Helgeland a 28 anni, appena diplomato alla scuola di cinema. Aveva deciso di scrivere di ciò che conosceva.

Ma ci sono voluti trent’anni per arrivare al film, mentre la sua carriera si consolidava, fino a fargli ottenere l’Oscar per L.A. Confidential. La sceneggiatura giaceva polverosa nel suo ufficio di Los Angeles.

La casa di Mabel, sopra R&B Liquors nel North End, è situata a solo un isolato dall’appartamento di Coggeshall Street dove il regista è cresciuto. Per girare le scene in mare, lui e il cast sono usciti su un peschereccio di proprietà del suo amico con cui Helgeland pescava quando era bambino. Una brigata di pescatori e lavoratori portuali di New Bedford si è prestata a fare da comparsa. Lo stesso ponte New Bedford-Fairhaven, cosa altrimenti impensabile, è stato chiuso per un giorno per girare la scena finale del film. 

Ma il film offre anche la possibilità di ammirare il “grande vecchio” Tommy Lee Jones, risolutivo per la vicenda, nel ruolo dell’anziano e malato padre di Tom.

Ecco, a volte forse bisogna essere cauti a liquidare certe opere se non ci si è adeguatamente informati (e, naturalmente, se il film è di qualità).

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