Ago è un editore indipendente con una doppia anima che si divide tra Roma, dove è nato e ha la sua sede, e Torino, dove vive il suo fondatore e direttore editoriale Andrea Crisanti de Ascentiis. È lui che ci racconta la storia e ci introduce i prossimi progetti della casa editrice.

D – Quando nasce Ago e come volete caratterizzare la vostra proposta editoriale?

R – Ago edizioni ha visto la luce alla fine di ottobre del 2023 e nasce dalla necessità di portare in Italia autori che consideriamo di grande valore nonostante non abbiano trovato spazio fino a oggi nei cataloghi delle case editrici. Ritengo che in Italia ci sia ancora margine per una casa editrice come la nostra per operare in modo qualitativo traducendo i classici del Novecento meno noti. All’inizio del nostro percorso abbiamo individuato una lista di autori che connotasse in modo molto preciso la nostra proposta, così da offrire ai lettori un riferimento chiaro e fortemente identitario. Dopo questo primo passaggio occorreva tracciare una timeline per scegliere quali titoli far uscire prima: abbiamo effettuato un’analisi che doveva tener conto di tutte le valutazioni del caso perché si trattava di lanciare la casa editrice. È stato un lavoro faticoso e prolungato nel tempo, ma possiamo dire che i primi riscontri ricevuti sono stati positivi.

La prossima uscita di Ago edizioni

D – Siete partiti con prudenza: immagino che questa sia la parola d’ordine anche della vostra struttura interna…

R – Certo! Per il momento pubblicheremo pochissimi titoli all’anno, molto spesso valutiamo le proposte che riceviamo da traduttori, consulenti e editor che conoscono la nostra linea editoriale e sottopongono alla nostra attenzione i libri che ritengono meritevoli di una traduzione. Naturalmente abbiamo già programmato con largo anticipo le uscite dei prossimi anni ma ritengo che questo approccio di collaborazione con risorse esterne ci consenta di avere un catalogo che definirei polifonico, con un valore ancora maggiore per la possibilità di aprirci a più letterature possibile, grazie a autori che altrimenti, seguendo una modalità più tradizionale, non avremmo avuto modo di conoscere. 

D – Quale dinamica distributiva avete scelto? 

R – Come detto siamo una struttura molto piccola, al momento abbiamo tre titoli disponibili, e vogliamo mantenere una dimensione artigianale. Proprio per questo motivo, privilegiamo un rapporto diretto con le librerie: la mia esperienza mi suggerisce che – chi come noi realizza tre-quattro titoli in un anno – deve consentire al libraio di acquisire piena consapevolezza del valore del titolo che propone. Il libraio deve avere il tempo di leggere, di capire se il titolo è coerente con la proposta della sua libreria e infine scegliere come raccontarlo. È un lavoro necessario per noi editori che vogliamo fare del catalogo il nostro biglietto da visita.

Ivy Litvinov e il marito Maksim

D – È una dinamica che richiede tempo: immagino vi rivolgiate a librerie fiduciarie

R – Sì. Anche in questo caso i numeri sono per ora ridotti. Abbiamo attivi circa 35-40 contatti in tutta Italia, con cui gestiamo un rapporto periodico che “fa vivere” il libro sul territorio, attraverso gruppi di lettura, presentazioni, eventi e tutto quanto è possibile immaginare per far conoscere Ago edizioni. Riusciamo in questo modo a raggiungere tutte le principali città facendo quadrare il conto economico perché non possiamo permetterci di disperdere le copie con il rischio che finiscano sugli scaffali di librerie che non credono nel nostro progetto. È una scelta precisa che sacrifica forse qualcosa in termini di vendite, perché i numeri di copie vendute sarebbero più alti con una presenza capillare,  ma privilegia la solida costruzione “dal basso” di una rete di rapporti che ci consentirà margini di movimento più ampi una volta che sarà consolidata. 

D – Una logica che però non esclude la presenza su Amazon…

R – Esatto. Vendere i nostri libri su Amazon potrebbe sembrare una contraddizione con la logica appena descritta, ma in realtà si tratta di un necessario completamento. Non potendo presidiare tutte le librerie, ci dobbiamo rivolgere alle piattaforme di vendita online per consentire anche a chi non vive nelle grandi città di raggiungerci e di acquistare i nostri libri. Partendo dal presupposto che Amazon non si batte e che sia necessario farci i conti, credo che non si possa pretendere che piccoli editori come noi che sono all’inizio e devono farsi conoscere non sfruttino le possibilità che offre. Personalmente ritengo che debbano essere gli operatori che possiedono altri asset come le catene di librerie, ad esempio, a iniziare con segnali forti per limitare l’impatto che Amazon ha sul mercato editoriale e sono certo che susciterebbe una reazione virtuosa anche da parte dei piccoli operatori. Ma per realtà come Ago rinunciare a Amazon sarebbe catastrofico.

Lo scrittore argentino Juan Filloy

D – Qual è la vostra tiratura media?

R – La nostra tiratura varia nel regime delle piccole tirature proprie di questo tipo di editoria indipendente. Ma vogliamo proporci come un editore di catalogo, senza puntare necessariamente su alte tirature in uscita privilegiando invece una presenza di lunga durata. 

D – Quali sono le prossime uscite previste?

R – La prossima uscita sarà L’attesa del diavolo di Mary MacLane, un’autrice che anche nella sua America è stata misconosciuta e recuperata solo una trentina di anni fa, e il libro è un memoir, un vero e proprio ritratto della sua vita di scrittrice.  A giugno usciremo con un noir di Ivy Litvinov, una scrittrice russa che ha sempre utilizzato, per scrivere i suoi romanzi e i suoi racconti, la lingua inglese. Fu moglie di un ambasciatore russo a Washington, per questo l’inglese divenne la sua lingua preferita, il romanzo è quindi caratterizzato da una scrittura che presenta i tratti tipici della letteratura anglosassone, piana, senza orpelli, ma con atmosfere fortemente caratterizzata dagli influssi russi. Un noir “politico” in cui si intreccia anche la storia personale dell’autrice, con una sovrapposizione che vorrei diventasse tipica dei libri pubblicati da Ago…
Il nostro libro-strenna uscirà a ottobre. Abbiamo puntato su Op Oloop di Juan Filloy, uno scrittore argentino che in vita ha sempre evitato gli editori perché li riteneva troppo vincolati a logiche commerciali, preferendo pubblicare in tirature limitatissime che però non gli hanno impedito di avere successo nel suo paese. In Italia non è mai stato tradotto, e capisco perché: si tratta di un’opera di una difficoltà estrema – anche per l’abitudine di Filloy a giocare con le parole  – su cui stiamo lavorando da due anni. Ritengo che sia un libro che non può lasciare indifferenti e spero che il pubblico italiano premierà il nostro sforzo di ricerca di autori sempre nuovi e originali.

Autore

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Trending