Un prologo di quasi dieci minuti introduce perfettamente le due vicende principali de La cruna dell’ago (Eye of the Needle, 1981) che finiranno con l’intrecciarsi, e il contesto storico in cui si svolge la vicenda. È il 1940, Londra è sotto il bombardamento nazista e la Gran Bretagna stringe i denti per resistere all’attacco sferrato da Hitler, quando conosciamo Henry Faber (Donald Sutherland), un tipo molto sicuro di sé. In apparenza gioviale e scherzoso, Faber è in realtà una spia tedesca che uccide freddamente la sua padrona di casa quando lo sorprende a trasmettere dati riservati: l’ago – questo il soprannome affibbiato alla spia in relazione alla sua arma preferita: lo stiletto – deve fuggire! Allo stesso tempo, il pilota della Royal Air Force David (Christopher Cazenove) e la fidanzata Lucy (Kate Nelligan) celebrano un matrimonio lussuoso ma la giovane coppia paga subito il prezzo dei propri eccessi con uno spettacolare incidente stradale durante la loro luna di miele.
La vicenda riprende quattro anni più tardi. Faber deve comunicare a Berlino che l’esercito alleato sbarcherà in Normandia e la sua corsa per ottenere informazioni e scappare al controspionaggio inglese che è già sulle sue tracce lascia a terra più di un uomo. Braccato, tenta la fortuna rubando un naviglio e imbarcandosi in una disperata navigazione solitaria. Sorpreso da una tempesta, fa naufragio sull’isola dove vivono David e Lucy con il piccolo figlio. In quelle lande inospitali il loro matrimonio vive dell’amarezza di David per la disgrazia che gli ha tolto la possibilità di difendere il suo Paese: l’arrivo dell’attraente Faber sarà per Lucy una grande tentazione a cui si abbandonerà per rivivere finalmente una storia di amore e passione, ma costituirà anche l’inizio di una trappola mortale e di una lotta all’ultimo sangue per sopravvivere…
Disponibile su Amazon Prime Video, La cruna dell’ago è un film divertente ed estremamente ben recitato. L’omonimo romanzo che proiettò il britannico Ken Follett, all’epoca ventinovenne, nell’Olimpo degli autori di spionaggio (al libro fu assegnato dai Mistery Writers of America l’Edgar Award per il miglior romanzo nel 1979 e si classificò al venticinquesimo posto tra i cento migliori libri polizieschi di tutti i tempi in una lista redatta nel 1995) non tardò molto ad interessare il mondo del cinema in vista di un adattamento. Sotto la guida del produttore Stephen J. Friedman la scrittura venne affidata all’esperto Stanley Mann (Il collezionista di William Wyler, 1965) e la regia proposta al gallese Richard Marquand. Il futuro regista del terzo capitolo della trilogia originale di Star Wars, (Il ritorno dello Jedi, 1983: Lucas volle Marquand proprio dopo aver visto La cruna dell’ago) era reduce dalla sua prima avventura oltreoceano dopo aver imparato il mestiere dirigendo per la televisione. La cruna dell’ago gli diede modo di ritornare in Europa (produzione britannica), alla guida di un progetto dal potenziale internazionale. Si imbarcò nell’avventura anche il suo fedele direttore della fotografia e connazionale Alan Hume così come il grande compositore Miklós Rózsa, che firmò qui una delle sue ultime colonne sonore.
Il cast è solido e può contare in particolare sulla grande recitazione di Donald Sutherland, qui in forma smagliante nel caratterizzare un figlio di puttana dal coltello facile, spietato e freddissimo, eppure esitante di fronte alla donna di cui si innamora durante la missione. Faber esegue gli ordini che gli vengono impartiti senza il minimo scrupolo, si mostra come una figura sfuggente, esperta nell’arte della dissimulazione, che Sutherland arricchisce con il suo carisma sopra la media. Rivelata pochi anni prima da Joseph Losey (Una romantica donna inglese, 1975) Kate Nelligan interpreta Lucy con enorme passione e intelligenza. Nei panni dello storpio David, Cristopher Cazenove mostra un rancore autodistruttivo, che alimenta la tensione tra i tre personaggi costretti a una forzata convivenza. La parte centrale del film – la migliore – si alimenta della psicologia dei tre personaggi: Lucy si abbandona volentieri tra le braccia dello sconosciuto di cui ignora il segreto, Faber inizia a vacillare mentre l’ostilità di David deflagra fino allo scontro letale tra i due uomini.
Nonostante sia caduto parzialmente nell’oblio, La cruna dell’ago è un film degno di nota e pieno di suspense, sebbene la trama offra ben poco di inaspettato: sappiamo chi ha vinto la guerra e anche cosa succede agli uomini e alle donne sulle isole deserte…o negli alberghi fuori stagione! Sono molte infatti le analogie tra La cruna dell’ago e Shining, uscito l’anno prima nei cinema: il clima ostile che circonda i protagonisti e ne aumenta l’isolamento (qui la pioggia sostituisce la neve), il mezzo meccanico come strumento di fuga (una jeep invece del gatto delle nevi), il terzo incomodo che fa una brutta fine (il compagno di sbronze di David finisce ammazzato come Halloran) ma vengono in parte riproposte anche sequenze come la fuga della madre a proteggere il figlioletto tenuto in braccio o perfino la celebre scena della porta (a dire il vero, al povero Sutherland va molto peggio e ci rimette qualche dito)…
Nonostante non riservi grosse sorprese, il film trova il suo merito principale nella forte componente romantica di un triangolo amoroso che finisce per umanizzare, inaspettatamente, il cattivo. Faber diventa così una figura complessa e affascinante, Lucy ritrova la pienezza e il calore persi durante la sua squallida vita matrimoniale mentre David mostra una rabbia e un risentimento ancora più grandi di quanto ci si aspetterebbe che la sua situazione generasse. Questi tre creano una rete tesa e affascinante che, durante la storia, non può fare a meno di dipanarsi.
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