Si avvicina il 25 aprile.
Una filmografia in generale sulla Resistenza sarebbe non tanto scontata, quanto ripetitiva. Ne sono state, giustamente, stilate a iosa, decisamente difficile, oggi, riuscire a dire qualcosa di nuovo in merito.
Restringendo il campo, e soprattutto tenendo fede a questa rubrica, che tratta esclusivamente pellicole tratte da libri, proviamo allora ad azzardare una filmografia essenziale di film italiani sulla Resistenza tratti da romanzi.

In ordine sparso partiamo da un film ingiustamente dimenticato, Uomini e no, bellissima versione cinematografica del capolavoro di Vittorini, diretto da Valentino Orsini, con protagonisti Flavio Bucci e Monica Guerritore. Anno 1980.
Da riscoprire assolutamente.

Proseguiamo con uno dei nostri preferiti, ovvero l’immortale e splendido La ragazza di Bube, celeberrima trasposizione sullo schermo del romanzo di Cassola firmata da Comencini, con una Claudia Cardinale nel ruolo di Mara a dir poco straordinaria, iconica e indimenticabile. Anno 1964, invecchiato benissimo.
Da vedere e rivedere.

Terzo della serie, altro film monumentale: L’agnese va a morire, fedele versione cinematografica dello splendido romanzo di Renata Viganò, diretto da Montaldo con Ingrid Thulin nel ruolo della protagonista e con un cast ricchissimo che, tra gli altri, annovera Michele Placido e Ninetto Davoli. Anno 1976.
Importante.

Quarto titolo in rassegna  Una questione privata, tratto dall’omonimo romanzo di Fenoglio e diretto dai fratelli Taviani, con protagonista uno straordinario Luca Marinelli. Film del 2017, canto del cigno dei leggendari registi, è un film capace di coniugare tradizione e linguaggio moderno in un’amalgama rara e perfetta.
Consigliato.

Tocca poi a Cronache di poveri amanti, bella trasposizione cinematografica del grande romanzo di Pratolini, regia di Lizzani, cast stellare con Marcello Mastroianni e Antonella Luadi. Uscito nel 1954, soffre forse un po’ il tempo passato, ma resta comunque un monumento indispensabile.
Necessario.

Nel 1997 esce I piccoli maestri per la regia di Luchetti, con Accorsi e Pasotti, tratto dall’omonimo romanzo di Luigi Meneghello. Buone le intenzioni, generosi gli interpreti, ma in generale resta la sensazione di un’operazione riuscita a metà, dove la storia resta troppo sullo sfondo schiava di meccanismi un po’ triti della fiction.
Vale comunque la pena.

Stesso discorso per Il partigiano Johnny, dal capolavoro di Fenoglio, diretto da Chiesa nel 2007. Buoni gli intenti, sotto le aspettative il risultato. Ma il film è comunque godibile.
Da vedere.

Non si può chiudere la rassegna senza un capolavoro assoluto come Il giardino dei Finzi Contini, dal romanzo di Bassani, per la regia di De Sica. Uno di quei film immortali che, per fortuna, non passeranno mai di moda.
Anche questo, da vedere e rivedere.

In coda, come ultimo film, una specie di scherzo.
O meglio, uno spunto per una domanda che intendiamo rivolgere a tutti voi. Nella rubrica “film mai realizzati” c0è un vecchio progetto di Bellocchio, che sin da giovanissimo ha accarezzato il sogno di portare sullo schermo Il sentiero dei nidi di ragno di Calvino. A quanto si dice, nel momento in cui il progetto si stava per concretizzare, tra gli interpreti ci sarebbe dovuto essere Richard Gere.
Ecco, quale film sulla resistenza vi manca?

Quale romanzo sull’argomento non è ancora stato portato sullo schermo e, a vostro avviso, è indispensabile che venga fatto al più presto? Da quale regista?
Attendo le vostre opinioni. Alla prossima!

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