Italo Fasan, courtesy Mondadori /Getty

Circola in libreria un libricino particolarmente intrigante che rievoca un mondo editoriale che non c’è più. Mi riferisco a “Diabolic – Uccidevano di notte” pubblicato da Nona Arte. Si tratta di uno degli oltre tremila romanzi gialli, pubblicati quasi esclusivamente da piccoli editori romani, apparsi negli anni Sessanta/Settanta per fare concorrenza al “Giallo Mondadori” (ma anche agli analoghi pubblicati da Longanesi e Garzanti). Pubblicazioni scritte da autori italiani, ma apparse sotto pseudonimi di preferenza anglosassoni. La mia amica Laura Toscano (che ho avuto il piacere di pubblicare nell’ormai lontana collana mondadoriana “Nero italiano”), creatrice del Maresciallo Rocca, certamente la più grande sceneggiatrice cinematografica italiana dopo Suso Cecchi d’Amico, era partita giovanissima da Genova per tentare la fortuna a Roma, e si manteneva scrivendo romanzetti gialli pagati 50mila lire.

Il curatore di questo romanzo, Davide Barzi, ha fatto un ottimo lavoro di recupero sostenuto da un’intelligente cura filologica.
Inizialmente apparso, nel 1957, con il titolo “Uccidevano di notte”, il romanzo da edicola divenne un caso a causa di un episodio di cronaca nera. Pochi mesi dopo la sua apparizione, venne compiuto un omicidio a Torino (rimasto irrisolto) caratterizzato dal fatto che il misterioso assassino inviò un certo numero di messaggi alla stampa firmandosi “Diabolich” (mentre l’assassino del romanzo si siglava “Diabolic”) e dimostrando di aver letto quel romanzo.
Ovviamente il giallo venne ristampato, ottenne grande successo e, in seguito, è stato spesso citato (a torto o a ragione) come l’ispiratore di “Diabolik” delle sorelle Giussani. Indubbiamente, romanzo e fumetto partono da una vendetta.

Il vero merito di questa pubblicazione è indubbiamente legata al nome del suo autore, Italo Fasan, figura eclettica di giornalista, scrittore, sceneggiatore e illustratore.
Credo che sia questo il vero merito del libro, portare all’attenzione dei lettori di oggi una personalità poliedrica (caso diffuso in Italia) di un creativo che non ha avuto la possibilità di ottenere quella fama raggiunta da altri, ma dei quali non ha niente da invidiare.

Autore

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Trending