Il dottor Frank Peralta viene trovato assassinato con un pugnale conficcato nella schiena. L’ispettore Stevenson (Thomas Mitchell) guida le indagini e sospetta subito che Ruth Collins (Olivia de Havilland), che gestisce la libreria nello stesso edificio della vittima, sia colpevole. Ma Ruth ha un alibi confermato da tre persone. Tuttavia, è stata formalmente identificata dai testimoni. A chi credere? È allora che Stevenson scopre che Ruth ha una sorella gemella, Teresa, soprannominata Terry (interpretata ovviamente dalla stessa de Havilland). Le due giovani donne sono così simili che Stevenson non riesce a dimostrare quale sia la vera colpevole… Il dottor Scott Elliott (Lew Ayres) intraprende quindi una serie di test per cercare di chiarire il mistero e conclude che una delle due sorelle soffre di paranoia criminale, ma la difficoltà nell’identificarle è tale che l’enigma resta lontano da una soluzione. Gli inquirenti si giocano il tutto per tutto in un azzardo, che sfrutterà il tentativo di Teresa cerca di convincere Ruth che quest’ultima soffre di allucinazioni…
Lo specchio scuro (The dark mirror, 1946) è un film di Robert Siodmak, tratto da un soggetto dello scrittore francese di origine russa Vladimir Pozner (1905) che verrà candidato al premio Oscar. Campione di incassi dell’anno per la Universal – seguito da The Killers dello stesso Siodmak – la storia ricorda da vicino quella del contemporaneo L’anima e il volto (The stolen life) con Bette Davis e Glenn Ford, girato dal regista tedesco Curtis Bernhardt. Non è un caso che provengano dall’ambiente mitteleuropeo le incursioni del noir sul tema del doppio – un classico di questo genere fin da Lo studente di Praga (1913) – che ne Lo specchio scuro si declina in ambito psicoanalitico fin dalle prime inquadrature, che riprendono i motivi utilizzati per il test di Rorschach.
Pur giocando un po’ “sporco” con lo spettatore (nelle sue regole per il romanzo poliziesco il buon Van Dine deplorava l’utilizzo di gemelli o sosia per confondere le acque) e soffrendo di un certo schematismo poco convincente, Siodmak realizza un noir dallo stile asciutto, molto duro, capace di catturare l’attenzione fino all’ultimo. Il regista sembra divertirsi nel seminare turbamento nella mente degli spettatori, da un lato riferendo i sospetti di Ruth a Terry e viceversa, dall’altro sviluppando il tema “nero” del doppio fino al suo limite. Ancora una volta un anno dopo il suo capolavoro La scala a chiocciola Siodmak gioca con una situazione che pone al centro della vicenda una menomazione femminile, disorientando però il pubblico con una situazione che impedisce una totale simpatia per le protagoniste. Inoltre Siodmak non si accontenta di mettere le due donne di fronte nella stessa inquadratura ma le fa baciare e coccolare tra loro, sollevando così delicati problemi tecnici. Il cineasta affida quindi la direzione dei trucchi fotografici, che comportano ingegnosi sistemi di occultamento e contro-mascheramento, all’amico di lunga data Eugen Schüfftan, anch’egli in esilio (costretto a lavorare “sottobanco”, poiché il sindacato degli operatori rigetta la sua domanda d’impiego).
La parte principale è affidata alla brava Olivia de Havilland. Chi meglio della sorella di Joan Fontaine, con cui ebbe per tutta la vita un rapporto conflittuale, avrebbe potuto sdoppiarsi in Terry e Ruth? Dopo la strepitosa popolarità ottenuta per l’interpretazione di Melania Hamilton in Via col vento (1939), la de Havilland era in quel momento al suo apice: gli anni Quaranta gli fruttarono infatti le parti e i riconoscimenti (compresi due Oscar come miglior attrice protagonista) più importanti. Ad affiancare l’attrice sul set, per il ruolo di Elliot fu scelto Lew Ayres – obiettore di coscienza dal 1941 al 1945 che tentò un “ritorno” nonostante il boicottaggio dei suoi film da parte delle leghe patriottiche – mentre a Thomas Mitchell, sotto l’influenza dell’alcol e talvolta incapace di recitare le sue battute, venne assegnato quello del detective.
Come chiunque può facilmente constatare – il film è disponibile gratuitamente su YouTube – il risultato finale non viene compromesso da queste difficoltà e Lo specchio scuro risulta ancora oggi fruibile e coinvolgente.
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