Un alto ufficiale dell’Armata Rossa, disertore, chiede di passare in Occidente. In realtà vuole uccidere un contrabbandiere tedesco. Harry Palmer rintraccia quindi il suo corrispondente inglese a Berlino, un ex nazista…

Mentre la popolarità dell’euro spy è al culmine, il produttore Harry Saltzman è senza dubbio il papa del genere. In effetti, è lui all’origine di quest’ondata avendo inaugurato (con Albert Broccoli) la serie di 007-James Bond. Convinto che anche altre spie potessero avere un loro posto sul grande schermo, Saltzman produce contemporaneamente Ipcress (The Ipcress File, 1965), di Sidney J.Furie, tratto dai romanzi dello specialista Len Deighton. Il lungometraggio ,che narra le gesta della spia miope Harry Palmer riscuote un notevole successo in tutto il mondo, facendo di Michael Caine una nuova scommessa sicura al botteghino britannico.

La particolarità della saga di Harry Palmer è quella di offrire avventure più realistiche di quelle molto fantasiose di James Bond. Con Harry Palmer, gli appassionati di film di spionaggio si ritrovano in un’atmosfera più tesa e inquietante, con numerosi colpi di scena, doppi e persino tripli. Quanto a Michael Caine, interpreta il suo ruolo con un distacco molto britannico che non può che piacere al grande pubblico.

Dopo il successo del primo film, Harry Palmer è nuovamente coinvolto in Funerale a Berlino (Funeral in Berlin, 1966), questa volta diretto da Guy Hamilton. Il regista conosce perfettamente il suo mestiere e il genere dei film di spionaggio, avendo già girato Agente 007 – Missione Goldfinger (Goldfinger.,1964), considerato il ​​punto di riferimento del genere. L’abilità del regista britannico si evidenzia nel fatto che riesce a rispettare lo schema stabilito nella prima parte adottando uno stile radicalmente opposto a quello di James Bond. Uno stile più documentaristico, che offrein particolare riprese mozzafiato del Muro di Berlino, che allora aveva solo cinque anni. Il regista filma in particolare i quartieri circostanti che costituiscono una sorta di terra di nessuno, così come tutti i cancelli di sicurezza e gli altri posti di blocco. Una contestualizzazione storica che apporta molto al film. E anche la trama riesce ad unire due temi distinti: da un lato la tradizionale “guerra fredda” tra il blocco occidentale e il blocco orientale; e la caccia agli ex nazisti nel cuore della Germania da parte degli agenti israeliani del Mossad.

Funerale a Berlino offre poca azione e si concentra essenzialmente sulle lotte per l’influenza tra le grandi potenze, nonché sui tradimenti tra spie. In questo Guy Hamilton si rivela un fuoriclasse, capace di smentire se stesso (come regista principe dei James Bond). Aiutato, indubbiamente, dalla recitazione molto rilassata di Michael Caine, che non lesina risposte taglienti con molta compostezza, ma lascia la sua arma a casa nella stragrande maggioranza delle situazioni. L’obiettivo degli autori non è quindi quello di proporre allo spettatore sequenze d’azione avvincenti e avventure esotiche, ma di sondare il mondo dello spionaggio nel modo più rigoroso possibile.

Quando uscì, Funerale a Berlino ebbe meno risonanza del precedente, ma riscosse abbastanza successo da motivare la produzione di un terzo episodio intitolato: Il cervello da un miliardo di dollari (Billion Dollar Brain, 1967), di Ken Russell (opera totalmente anticonvenzionale che meriterebbe una riscoperta).

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2 risposte a “Un agente segreto miope”

  1. Insolente e insubordinato, le caratteristiche di Palmer che il col Ross gestisce con insofferente tolleranza.
    Splendido personaggio e due bellissimi film. IL terzo, visionario e quasi grottesco ho fatto fatica a digerirlo, cosi diverso, cosi Ken Russel. Ma ci terrei a capirlo meglio. Altri seguiti di Palmer negli anni ’90 trascurabili e fuori tempo massimo.

  2. … aggiungo, beati i fruitori della lingua originale, ma ricordo con nostalgia, che Harry Palmer era doppiato dalla bellissima voce di Palmer (Renzo).

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