Terza tappa del nostro approfondimento dedicato al mondo dell’editoria indipendente. Facciamo due chiacchiere con Luca Sanfilippo, direttore editoriale di In transito.

D – Come nasce la casa editrice? Qual è la vostra organizzazione e struttura?

R – Le edizioni In transito nascono come una sorta di spin-off della collana omonima della casa editrice Analogon di Asti, specializzata essenzialmente in libri sulla musica, per la quale seguivo una collana di narrativa. Quando Analogon ha chiuso, con la mia collega art director abbiamo pensato di proseguire il lavoro fondando una nuova casa editrice recuperando anche parte del catalogo precedente. L’idea di In transito è quella di riprendere titoli di grandi scrittori pubblicati negli anni Venti e Trenta del secolo scorso per ristamparli con le illustrazioni originali in una veste grafica curata e riconoscibile. Una proposta rivolta al mercato tradizionale e non al collezionismo, con un prodotto che sia bello da vedere e da toccare. Nella nostra idea, questo mette anche al riparo il libro di carta dalla concorrenza degli audiobook e degli ebook.

D – In effetti i vostri libri hanno una veste grafica fortemente riconoscibile: chi li compra ha un oggetto bello che offre un piacere fisico. Riprendendo il filo del discorso, il trasferimento a Milano ha coinciso con un ampliamento dell’organico oppure vi siete mantenuti con le stesse dimensioni?

R – La casa editrice si è ampliata sia internamente sia attivando collaborazioni esterne con diversi traduttori perché privilegiamo la selezione di autori stranieri. Per gli emergenti italiani ci vorrebbero risorse più cospicue, per lo scouting, per il triage dei manoscritti ricevuti e per allestire una rete promozionale adeguata allo sforzo di imporre autori non conosciuti all’attenzione del mercato. Per un piccolo editore ci è sembrato più logico partire dai grandi nomi che non hanno bisogno di presentazioni. Ad esempio con il racconto Padrone e servitore di Tolstoj, che non si traduceva da tanti anni in Italia, abbiamo scovato una bella edizione degli anni Trenta accompagnata dalle suggestive tavole in bianco e nero di Frans Masereel e abbiamo così potuto proporre al nostro pubblico questo piccolo capolavoro in una nuova veste grafica e con una nuova traduzione.

D – In sintesi vi muovete su autori noti, patrimonio della letteratura universale, puntando sulla veste grafica e l’oggetto-libro…

R – Anche nel caso di La leggenda del santo bevitore di Joseph Roth abbiamo scelto una nuova traduzione (quella Adelphi risaliva all’inizio degli anni ‘70) e abbiamo inserito le tavole di Masereel, aggiungendo nella postfazione varie pagine di Stefan Zweig per approfondire il suo rapporto con Roth. Dunque, dopo aver creato una sua credibilità, In transito si è potuta avventurare su autori meno noti o dimenticati. Fra questi mi piace ricordare Karel Čapek perché è un grande scrittore che si è misurato con tanti generi letterari e perché ci ha introdotti al meraviglioso mondo boemo e praghese tra le due guerre mondiali, un vero pozzo delle meraviglie. Ad esempio di Čapek abbiamo riscoperto un’opera teatrale del 1937 in cui egli immagina una pandemia che arriva dalla Cina in un’Europa che è alle prese con i totalitarismi in ascesa. Il protagonista, un medico di base, trova la formula dell’antidoto tuttavia, memore della sua esperienza durante la Grande Guerra, si rifiuta di rivelarla alle autorità se queste non sottoscrivono un formale impegno alla pace… Tra gli autori contemporanei individuiamo soprattutto stranieri che hanno ottenuto successi con vendite ‘a goccia’, cioè continue, che resistono nel tempo. E’ il caso ad esempio di Pascal Quignard con Tutte le mattine del mondo o del libro Due donne e un giardino di Anne Guglielmetti, che in Francia è andato bene e che uscirà con In transito tra qualche mese. 

D – Il vostro ambito primario resta l’Europa.

R – Sì, decisamente (e includiamo la Russia). La collana Le donne, gli amori in cui pubblichiamo storie di personaggi femminili particolari, ci sta dando qualche soddisfazione, mentre la collana Praga magica si concentra su testi legati alla capitale boema. Mi permetta di sottolineare un altro punto a cui teniamo: i testi teatrali. Su questo fronte l’editoria italiana è rimasta indietro rispetto all’Europa, da quando non abbiamo più la storica collana Einaudi, quella diretta da Paolo Grassi e Gerardo Guerreri, e da quando sono venute meno realtà coraggiose come Ubulibri e Costa & Nolan. Non è un caso che praticamente nessuno in Italia, nemmeno tra gli intellettuali più colti, conoscesse un drammaturgo importante come il norvegese Jon Fosse prima che l’anno scorso gli venisse attribuito il Nobel. A mio avviso questo silenzio editoriale in Italia sul teatro europeo e mondiale degli ultimi 20-30 anni produce effetti negativi sull’educazione e sull’aggiornamento del pubblico delle nostre platee e dunque di conseguenza anche sulle nostre compagnie teatrali. In transito, nel suo piccolo, pubblica almeno 2 pièces all’anno come ad esempio Monserrat di Emmanuel Roblès o anche opere legate al mondo del teatro come Esther Kahn di Arthur Symons.  Peraltro noto che la commedia nera Il mal bianco di Čapek è il nostro secondo titolo più venduto. Potersi muovere in controtendenza rispetto alle logiche consuete del mercato è uno dei pochi vantaggi dei piccoli editori e ce lo teniamo ben stretto.

D – Tra le proposte coraggiose ci sono certamente i libri illustrati.

R – Una scelta e un fiore all’occhiello! Abbiamo dedicato un’intera collana a Frans Masereel perché riteniamo che l’illustrazione sia uno dei tanti modi di leggere e approfondire un libro. In quella collana stiamo recuperando i libri che sono piaciuti a Masereel e che ha illustrato. Il prossimo ad uscire sarà Bubu di Montparnasse.  Nel lontano 1918 Masereel aveva addirittura inventato libri fatti solo di immagini, quelli che oggi chiameremmo silent book, per raccontare storie in grado di attraversare frontiere e classi sociali. Con i suoi ‘romanzi grafici’, voleva raggiungere i contadini, gli operai, le donne ed estendere il più possibile il suo pubblico. L’esperimento lanciato in Francia con la sua casa editrice fallì, ma la sua idea fu poi corretta dal primo editore di Kafka (Kurt Wolff, ndr) che gli suggerì di introdurre copertine rigide e più resistenti e di premettere brevi prefazioni affidate a scrittori del calibro di Hermann Hesse, Thomas Mann e Max Brod. Così modificata, l’iniziativa dei suoi romanzi grafici ebbe in Germania un notevole successo, ovviamente solo fino all’arrivo del nazismo.

D – Venendo ad aspetti più legati al mercato, voi avete costruito rapporti commerciali con librerie fiduciarie oppure vi affidate a un distributore?

R – Abbiamo una distribuzione con Unicopli che ad esempio gestisce per noi gli ordini Amazon e IBS e che risponde alle nostre attuali esigenze. Questo rapporto non esclude però un lavoro accurato di ricerca di librerie indipendenti con cui attivare rapporti di conoscenza diretta. Pensiamo infatti che un libraio motivato e indipendente (cioè qualcuno che sceglie di persona i titoli del proprio assortimento) svolga un ruolo insostituibile nella vendita dei libri di piccoli editori di qualità. Aggiungo che la nostra originaria vocazione “musicale” ci consente di realizzare presentazioni in libreria che diventano veri e propri eventi. L’attenzione all’universo boemo, ad esempio, ci darà la possibilità di programmare serate con l’accompagnamento di musica da camera di Janàček o Mahler e non escludo che, più avanti, penseremo anche a festival di cinema a tema. 

Luca Sanfilippo con i libri della collana Frans Masereel

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5 risposte a “Edizioni In transito: grande letteratura e il gusto per i libri belli”

  1. Ho letto dei libri di In Transito e li ho trovati molto belli. Traduzioni accurate, veste grafica “gioiello” e prefazione e postfazione accurate e che trasmettono amore e passione per i contenuti e per “l’oggetto” libro. Bravissimi!

    1. Avatar Alessandro Garavaglia
      Alessandro Garavaglia

      Sono davvero molto bravi! Felici che abbia apprezzato il nostro articolo

  2. Un’ottima casa editrice curatissima sia per la scelta dei testi sia per le traduzioni nonche’ per le indicazioni bibliografiche e la veste grafica.

    Quanto all’ intervista mi chiedo: ma tanti giornaloni e giornalini sapranno mai prenderla ad esempio di come si deve condurla ? Fatta veramente bene, esaustiva, non prolissa, ricca di informazioni.

    1. Avatar Alessandro Garavaglia
      Alessandro Garavaglia

      Gentilissimo, grazie per l’apprezzamento. Cerchiamo sempre di dare voce agli intervistati, mantenendoci volutamente un passo indietro perché le loro voci siano le vere protagoniste

  3. Avatar Roberto Bonsignore
    Roberto Bonsignore

    Bravissimi, una scelta coraggiosa e intelligente che lascia il segno nel panorama culturale del paese.

    Molto ben fatta anche l’intervista.

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