L’editrice Piera Mattei ci racconta la storia e ci accompagna nel percorso di crescita di Gattomerlino edizioni.
D – Come nasce la casa editrice
R – Decido di fondare Gattomerlino edizioni nel 2010, solo dopo un lungo percorso di studi ed esperienze: laurea in Filosofia alla Sapienza di Roma, studi di cinema e giornalismo. Alla Stanford University studio Teatro con Martin Esslin, teorico del teatro dell’assurdo. Collaboro alle pagine culturali di diverse testate per recensioni di film e di spettacoli teatrali e per dieci anni alla pagina libri di Paese Sera, proponendo molti autori giapponesi che studio con passione. Mi reco quindi in Giappone, al seguito di mio marito, invitato come fisico. Con lui, Antonio Bianconi, che è entrato poi a far parte anche delle edizioni Gattomerlino, trascorro lunghi periodi a Parigi e anche in Somalia, sempre inviando contributi ai giornali italiani ai quali collaboro. Questa molteplicità d’interessi ed esperienze ho voluto travasarla nella casa editrice quando è venuto il momento di fondarla.
D – A questo punto il viaggiare si è interrotto…
R – No, il viaggiare non si è interrotto, anche se non si è più trattato di trasferte di mesi e di anni, perché a mia volta, come autrice di poesia, sono stata invitata a festival in Turchia, in Messico, dove faccio amicizia con poeti che decido di tradurre. Intanto negli anni Novanta ero entrata a far parte della redazione della rivista di poesia internazionale Pagine con cui ho mantenuto una collaborazione attiva dagli inizi al termine della sua storia, per venti anni, curando in particolare la rubrica dedicata alla traduzione di poesia straniera con testo originale a fronte. Gattomerlino nasce prima che la storia di Pagine si concluda, anche per l’esigenza di sentirmi del tutto autonoma nelle mie scelte.
D – Quali sono stati i primi passi di Gattomerlino?
R – Abbiamo iniziato con la collana Blu che raccoglie, accanto ad alcuni classici, autori stranieri viventi, inediti in Italia, proposti con il testo a fronte. Avevo conosciuto la realtà estone in uno dei nostri viaggi di studio, e dall’estone Marija Kangro siamo partiti, continuando poi a privilegiare poeti dell’Europa orientale, compresi i poeti russi della Fondazione Brodskij, tradotti dalla slavista Claudia Scandura. In questo modo siamo entrati in contatto anche con la vedova Brodskij, Maria Sozzani, che è diventata nel tempo una nostra autrice nella collana dedicata ai bambini grazie a due libri di storie, illustrate dai suoi stessi disegni. Ora, con lei, abbiamo in programmazione un terzo libro che verrà illustrato con i disegni di sua figlia Anna Brodskij. Ma la nostra collana Blu parla molte lingue. Ci sono anche americani, ispanoamericani, ed è in lavorazione la traduzione della poesia della franco libanese Nohrad Salameh.
D – Una scelta consapevole quella di privilegiare gli stranieri, almeno in una prima fase.
R – Sì, perché dalla mia precedente esperienza in Pagine conoscevo l’ansia che le aspettative di pubblicazione creano… Poi, quasi casualmente, ho inaugurato la collana Quaderni di Pagine Nuove, di Poesia Italiana o in Lingua Italiana, con le poesie di un imbianchino romeno. È una storia che dimostra come la poesia possa percorrere vie inattese, perché quest’uomo – ogni volta che terminava il lavoro in casa mia dove stava tinteggiando le pareti – lasciava scritte su pezzi di carta da parati delle poesie in un italiano particolarissimo, la lingua di uno straniero che non ha mai scritto nella sua lingua materna, ma sceglie di scrivere nella lingua dell’emigrazione, e non usa il vocabolario per scelta, raggiungendo esiti efficacissimi. Scriveva con lo pseudonimo Dan Opus Lapidus perché si sentiva depositario anche della tradizione del conquistatore latino. Così ho pubblicato Il mio letto ha tre gambe e grazie a un romeno si è aperta la collana delle poesie in italiano.
D – Quali sono i criteri per la selezione dei libri da pubblicare?
R – Giungono tantissime proposte, centinaia . Leggo, ascolto, e, se penso di aver udito una voce originale, contatto l’autore. Non mi piace chi mi dà l’impressione di voler collezionare pubblicazioni. Per vari motivi tendo a privilegiare i giovani, e sta appunto per uscire la raccolta di poesie di una studentessa quindicenne di un liceo di Santa Maria Capua Vetere, Alessia Sarsano. Però in catalogo abbiamo anche Franco Ferrarotti (classe 1926), illustre sociologo di fama internazionale, personalità inossidabile, che con Gattomerlino si è deciso a pubblicare la sua poesia ed è un fiume in piena.
D – Come procedete per farvi conoscere? Quali sono i canali che la casa editrice utilizza per vendere?
R – Abbiamo il nostro sito al quale, come dicevo, giungono moltissime proposte, soprattutto per la poesia, ma anche per le altre collane. Nel 2021 ci giunse, e molto volentieri l’abbiamo pubblicata, la traduzione di un interessante romanzo russo, La strada fantasma di Aleksandr Snegirev, quarantenne con notevoli riconoscimenti in patria. Abbiamo un canale YouTube e uno Spazio Gattomerlino in Borgo Vittorio, a Roma, dove presentiamo le nostre pubblicazioni. Per le vendite, oltre il bookstore del sito, abbiamo attivato una partnership con il distributore emiliano Terminal, che ci aiuta perché copre tutto il territorio nazionale, con un forte focus sulla sua regione.
D – Cosa ci dobbiamo aspettare dalle prossime uscite di Gattomerlino?
R – In giugno, oltre alla quindicenne alla quale ho accennato, nella collana Azzurra, dedicata ai ragazzi uscirà Tocco il cielo con un mito di Arianna Di Pietro, e, per la poesia, il libro di Francesco Ficorella, un autore che debutta alla pubblicazione non giovane e, come scrive nel suo curriculum, “addetto alla sorveglianza e alle pulizie” in una scuola dell’obbligo. La sua voce mi ha raggiunto. Tra i libri usciti da poco, abbiamo pubblicato per la prima volta la tesi di laurea di Ettore Majorana, con un’importante introduzione che la colloca in relazione alla ricerca scientifica attuale. Si tratta di un lavoro importante: abbiamo dovuto attivare un’equipe di scienziati per lavorare su fogli dattiloscritti e per trascrivere nella maniera corretta le formule che Majorana aveva inserito, come era uso allora, a mano, nel testo. La presentazione del libro è prevista presso varie sedi universitarie.
D – Un’ultima curiosità: perché vi chiamate Gattomerlino?
R – È il nome del mio vecchio gatto di casa, un soriano che ha vigilato sulla mia attività, per diciotto anni. Una sorta di piccolo nume tutelare della casa editrice.
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