Aiutato dal suo compare, Haymann (Michel Auclair), un commissario in pensione, e dalla sua segretaria Charlotte (Anne Parillaud), il detective privato Choucas (Alain Delon), ex poliziotto, è incaricato da una vecchia signora di ritrovare la figlia cieca. In realtà Choucas viene trascinato in una trappola tesa dalla polizia a danno dei trafficanti di droga. Strumentalizzato dal Commissario Coccioli (Daniel Ceccaldi), Choucas riesce a liberare la ragazza cieca…

Delon decide di replicare il successo di Tre uomini da abbattere, con Per la pelle di un poliziotto (Pour la peau d’un flic, 1981), ma con una novità: il regista è lo stesso attore. Sempre un romanzo dalla Série noire di Jean-Patrick Manchette, adattato da Christopher Frank, una giovane e graziosa attrice (la ventenne Anne Parillaud), forti comprimari francesi. Il passaggio dietro la macchina da presa rappresenta il compimento professionale di una star già abituata a influire pesantemente sulle regie degli altri. Con il vantaggio che non ci sono litigi sul set.

Prodotto curioso, che cerca di miscelare il classico film di “detective eye” con il semi-pastiche, risultando spesso incerto sul tono da prendere. Dialoghi non sempre azzeccati, personaggi talvolta incongruenti, un protagonista non infallibile e troppo bello, troppo pulito, troppo abbronzato e troppo finanziariamente ben messo per essere totalmente credibile come testardo ex poliziotto parigino. Ma Delon dimostra di sapere girare, e ha avuto l’intuizione di lanciare una travolgente Anne Parillaud. Le scene d’azione e gli inseguimenti in auto si ispirano alla scuola di Jacques Deray, anche se il film è dedicato a Jean-Pierre Melville.

Una volta tanto i critici accolgono bene la prova che, pur rimanendo nei confini del film poliziesco commerciale, viene considerata una ben oliata macchina di spettacolo. Anche se il critico Jean de Baroncelli scrive che «ciò che più manca in questo film, caratterizzato dall’onnipresenza di Delon, è Delon stesso. È la prova, il marchio, il segno della sua personalità. L’artista rivelatoci da Visconti, Clément, Melville, l’uomo, forse il regista sono meglio di questo esercizio di stile sotto forma di una serie nera».

Gli spettatori superano i due milioni di ingressi, leggermente meglio del precedente (mentre Belmondo ha superato i cinque milioni con Joss il professionista di Georges Lautner), e Delon deciderà di mettere in cantiere un terzo poliziesco sempre tratto da Manchette, Il bersaglio (Le choc, 1982), affidato alla regia di Robin Davis.

Ma questa è un’altra storia.

https://www.bibliotheka.it/libro/9788869348198

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