Miloš è un bravo giovane, ma non sembra molto intelligente. Il suo aspetto generale non sembra migliorare nemmeno con la divisa delle ferrovie, dove è appena entrato per intraprendere il suo primo lavoro in una piccola stazione di provincia. La giornata passa tranquilla perché – durante la guerra – passano solo pochi treni militari tedeschi: così Miloš ha tempo per pensare a Masa, ferroviera come lui ma molto più sveglia, che vorrebbe che quel ragazzo sempliciotto le dimostrasse il suo amore. Ma Miloš è alle prime armi e, messo alla prova, dimostra tutta la sua goffaggine. Preso dallo sconforto, tenta il suicidio tagliandosi le vene ma viene salvato all’ultimo. Il medico che lo visita pronuncia, implacabile, la diagnosi di eiaculatio precox: niente di irrimediabile e Miloš torna al suo lavoro, con l’obiettivo di dimostrare la sua virilità all’insistente Masa.

Ma la guerra ha le sue urgenze e al protagonista viene offerta un’occasione inaspettata di conoscere le delizie di Venere con una combattente della resistenza, Victoria Freie, giunta nella cittadina con l’intenzione di far saltare un treno tedesco. L’incaricato di questa delicata missione sarebbe il responsabile di Miloš, donnaiolo impenitente, che la mattina stabilita per l’attentato deve però rispondere ai suoi superiori per aver decorato le natiche e le cosce di una ragazza con tutti i timbri dell’ufficio. Così Miloš, ormai pieno di fiducia dopo la notte trascorsa con Victoria, prende il posto del lascivo ufficiale ma la sua goffaggine gli costerà cara per l’ultima volta: finisce per errore sul treno e salta in aria insieme al convoglio.

“Finché siamo giovani, stupidi e ignari del pericolo, ci imbarchiamo in progetti che non intraprenderemmo mai se fossimo un po’ ragionevoli. A volte questo tipo di incoscienza può ripagare, e sono stato semplicemente fortunato ad essere davvero giovane e stupido” così Jiří Menzel ricorderà l’esperienza di Treni strettamente sorvegliati (Ostře sledované vlaky, 1966), il suo primo lungometraggio adattamento dall’omonimo romanzo di Bohumil Hrabal. Un successo immediato fin dalla sua uscita, vincitore dell’Oscar come miglior film straniero, Treni strettamente sorvegliati ha contribuito, ancor più dei primi film di Miloš Forman, alla visibilità internazionale del giovane cinema ceco consacrando immediatamente Menzel come un cineasta che conterà sulla scena mondiale, nonostante i successivi alti e bassi della sua filmografia smentiranno in parte questa premessa.

Jiří Menzel

Dall’inizio alla fine della carriera, a eccezione dell’interruzione durante la cosiddetta Normalizzazione (il processo di restaurazione dell’ordine comunista dopo la cosiddetta “Primavera di Praga”: come Vera Chytilová, Menzel ha preferito restare in Cecoslovacchia) persiste una sorta di fil rouge: offrire la migliore immagine possibile della ruralità ceca, lavorare per un cinema dell’ordinario. A questo proposito, non sorprende che il suo cinema sia stato, per la maggior parte, realizzato sotto il patrocinio di Bohumil Hrabal, autore ancora immensamente popolare nella Repubblica Ceca nonché (insieme a Kundera per la frangia più intellettuale dei suoi cineasti) scrittore di riferimento della Nová vlna.

Partendo da un realismo stilizzato, il film introduce lo spettatore in un clima nebbioso, oscillante tra l’autunno e i primi accenni dell’inverno, con qualcosa di felliniano. Il mondo onirico del maestro riminese è evocato ad esempio dall’arrivo della castellana oggetto di desiderio virile a cavallo e dagli accenni di esplicito erotismo (l’inguine di un’amazzone, una matita in uno scollo, l’orgia nascosta in un carro, lo zio palpeggiante, i giochi seducenti dei dipendenti delle ferrovie) ma è con il Truffaut de I quattrocento colpi che il pubblico europeo riconosce le affinità più evidenti. Come Antoine Doinel, Miloš è un emarginato fin dall’infanzia che sembra ingarbugliare sempre più la sua situazione. Per entrambi il mondo degli adulti finisce per rendere ancora più insopportabile la loro sensazione di isolamento: ma se l’alter ego di Truffaut sceglie la ribellione che lo porta a una libera (e catartica?) corsa verso il mare, Miloš tenta un triplo salto carpiato per diventare in un colpo solo adulto, uomo e eroe fallendo miseramente. La sua storia però non smette di commuovere e divertire: tra tutti i film della nová vlna, Treni strettamente sorvegliati rimane senza dubbio ancora oggi tra i più fruibili.

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