Nel film Incontri ravvicinati del terzo tipo (1977), diretto da Steven Spielberg, riproposto in televisione non a caso prima di Natale,  la discesa (pacifica) dell’astronave aliena sulla terra è preceduta da una serie di fenomeni, sulle prime inspiegabili, che vanno dalle fantasmagorie luminose nel cielo a strani eventi domestici e locali come l’improvviso risveglio meccanico di oggetti e giocattoli o l’interruzione dell’energia elettrica. Gli anni settanta  sono passati alla storia anche per gli Ufo e altri misteriosi episodi più o meno collegabili al mito degli extra-terrestri. Ogni tanto questa tendenza ritorna, come dimostrerebbero gli strani avvistamenti registrati recentemente nel New Jersey.

La locandina di un classico del genere degli anni Settanta

Dobbiamo distinguere fra la ricca casistica di prodigi e portenti di cui abbondano la letteratura e i miti classici, e l’ambito più strettamente religioso, e cristiano in particolare, del miracolo, fenomeno che dopo Gesù, è completamente sparito dall’orizzonte delle possibilità umane e terrestri. Tale assenza di miracoli è alla base del moltiplicarsi di credenze superstiziose come le statue (dei santi o della Santa Vergine) che piangono, ma che continuano a riflettere quell’ansia metafisica, quel desiderio di eventi straordinari del tutto persi/assenti nelle civiltà moderne e contemporanee. Abbiamo citato le statue che piangono, non a caso. Queste, insieme ad altri fenomeni celesti come la caduta di oggetti o armi dal cielo o le apparizioni di soli e fulmini a ciel sereno, ricorrono anche in un originale abrégé compilato nella tarda latinità da uno storico del III-IV secolo, Giulio Ossequente, che raccolse, numerandoli, una varietà di fenomeni strani e impressionanti, portenti inspiegabili e non di rado mostruosi, alcuni dei quali, vedremo, sembrano anticipare la fantascienza. È in sostanza un estratto dalle storie di Tito Livio, cioè una raccolta di tutti i prodigi che lo storico padovano nominava dal 249 a. C. in poi. L’opuscolo ci è giunto senza la parte iniziale (fino al 190 a. C.) e porta il titolo Ab anno urbis conditae DV prodigiorum liber riproposto nella mitica (e compianta) collana blu scuro dei Classici Greci e Latini di Mondadori. 

Il Libro dei prodigi (Prodigiorum Liber) ci offre un’esposizione cronologicamente ampia (dal 190 a.C. all’11 a.C.) di fenomeni strani che vanno dai prodigi celesti (sole in piena notte, due soli, caduta di fulmini, pioggia di latte, di scudi, di armi, ecc.) alla nascita di feti mostruosi. Qui di seguito ve ne propongo due brani che riassumono bene la varietà dei prodigia:

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CONSOLI TIBERIO GRACCO E MANLIO GIOVENZIO 

A Capua apparve il sole in piena notte. Nel campo Stellate parte di un gregge di castrati fu sterminato da una folgore. A Terracina si ebbe un parto trigemellare. A Formia furono visti due soli durante il giorno, e il cielo si infiammò. A Conza, un uomo fu arso vivo da un lampo scaturito da uno specchio. A Gabi cadde una pioggia di latte. Sul Palatino molti edifici furono colpiti da fulmini. Nel tempio della Vittoria un cigno che vi si era introdotto sfuggì dalle mani di chi l’aveva catturato. A Priverno nacque una fanciulla priva di una mano. A Cefalonia fu vista una tromba suonare in cielo. Piovve terra. Un tempesta assai violenta scoperchiò case e provocò molti danni alle aree coltivate. Frequenti i fulmini. A Pesaro, di notte, risplendette una sorta di sole. A Cere nacque un maiale con mani e piedi umani, e così bambini quadrupedi e quadrumani. Al mercato di Iesi un bue non subì alcun danno da una fiamma, uscita dalla sua stessa bocca. 

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CONSOLI MARCO EMILIO E GAIO OSTILIO MANCINO

Mentre i consoli prendevano gli auspici a Lavinio, i polli uscirono dalla gabbia e volarono verso la selva Laurentina, né più furono ritrovati. A Preneste fu visto in cielo un oggetto che ardeva e tuonò a ciel sereno. A Terracina il pretore M. Claudio, che si trovava a bordo di una nave, perì bruciato da un fulmine. Il lago Fucino inondò il territorio circostante in tutte le direzioni per cinquemila passi. Scorse sangue nella Grecostasi e nel comizio. Sull’Esquilino nacque un puledro a cinque zampe, molte cose furono colpite da fulmini. Il console Ostilio Mancino, mentre si imbarcava nel porto di Ercole, diretto a Numanzia, udì all’improvviso una voce: «Resta, Mancino». Sceso dalla nave si reimbarcò tuttavia a Genova e allora fu trovato un serpente a bordo, senza che lo si potesse catturare. Lo stesso console fu poi vinto e poco dopo si arrese ai Numantini”. 

Dell’autore di questa cronaca, a metà fra fantascienza e horror, non si hanno molte notizie. Ma il compendio è talmente affascinante e moderno che viene considerato un precedente del genere fantascientifico, inserito nella collana di scienze occulte “Biblioteca dei Misteri” delle Edizioni Mediterranee: secondo alcuni, Ossequente, descrivendo oggetti non identificati o armi e scudi celesti, farebbe riferimento a dischi volanti e Ufo.

Incontri ravvicinati del terzo tipo

Scrive Massimo Gusso, che ha tradotto, curandone note e indici, il Liber Prodigiorum: “Giulio Ossequente ci offre descrizioni di fatti che sembrano esorbitare dal normale ciclo della natura, i prodigia, appunto, censiti anno per anno e raccolti in appositi elenchi: ma cosa intendevano gli antichi con questo termine? L’etimo è incerto, e i grammatici romani lo riportavano ad aio ‘dire’ pensando a una formazione composta del tipo adagium/adagio (rimasto identico in italiano col significato di ‘motto, proverbio’). Se si segue una partizione di competenze semantiche, prodigium riguarderebbe l’evento che tocca gli esseri umani, ostentum e portentum coinvolgono oggetti inanimati; mentre monstrum è quanto serve da monito (da monēre) e miraculum in generale è ciò che stupisce e desta ‘meraviglia’ (da mirare).” 

Se è vero che l’Odissea è all’origine del romanzo d’avventura e del genere phantasy in particolare, questa originale compilazione di prodigi costituisce uno dei più affascinanti precedenti di tutta una letteratura basata su compendi e miscellanee storico-mitologiche. Il libro dei Prodigi è come un moderno raccoglitore di articoli di giornale a tema fantascientifico e teratologico. E forse oggi manca all’appello un libro analogo che cataloghi fatti o fenomeni inspiegabili. 


Giulio Ossequente, Prodigi (introduzione e testo Paolo Mastandrea; traduzione e note di Massimo Gusso), Mondadori, 2005
Giulio Ossequente, Il libro dei prodigi, a cura di M. Taxi, Foschi Santarcangelo, 2017

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